2017-10-11 13:58:00

Card. Turkson: la vista è un diritto, si lotti contro la cecità evitabile


di Amedeo Lomonaco

“Vedere bene è spesso la premessa per poter vivere. La vita di chi è cieco o ipovedente, soprattutto se sommata a condizioni di povertà, può condurre all’emarginazione e mettere a rischio la vita stessa”. E’ quanto sottolinea il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, nel messaggio in occasione della Giornata mondiale della vista che si celebrerà domani.

Si stima che le malattie oculari – si legge nel messaggio - siano oggi responsabili di “39 milioni di non vedenti e 246 milioni di ipovedenti. “Quest’ultimo numero raddoppia – sottolinea il prefetto - se si prendono in considerazione coloro che sono ipovedenti per la sola mancanza di occhiali”. Non si può rimanere indifferenti di fronte ai problemi della vista: “4 casi di cecità su 5 – spiega il card. Turkson - sono prevenibili o curabili, il 90% degli ipovedenti è concentrato nei Paesi poveri del Sud del Mondo, dove un bambino su due muore entro un anno da quando è diventato non vedente”.

Tra le cause della cecità e dell’ipovisione – ricorda il porporato – ci sono “la mancanza di figure professionali preparate” , “la difficoltà ad accedere a cure adeguate” e “i cambiamenti climatici” che interferendo negativamente sull’ecosistema del pianeta, danneggiano la salute”. La Chiesa – aggiunge il prefetto – “con amorevole attenzione si è sempre posta al servizio dei malati e dei non vedenti, creando strutture terapeutiche e più recentemente collaborando con iniziative promosse da Istituzioni pubbliche e private, nazionali ed internazionali”.

Ricordando che il Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale nel mese di novembre promuoverà in Vaticano un convegno internazionale incentrato sul tema “affrontare le disparità globali in materia di salute”, il card. Turkson sottolinea inoltre che è necessario proclamare “il diritto alla vista” come diritto universale. La Chiesa – si legge nel messaggio – chiede l’aiuto e il coinvolgimento della rete degli ospedali cattolici nel mondo e l’esperienza delle più importanti organizzazioni non governative che si occupano di cecità”. La sfida – conclude il prefetto – è cruciale: “siamo chiamati ad assumerci tutti una nuova responsabilità: lottare contro la cecità evitabile, contando sull’aiuto e sulla tenerezza del nostro Dio”.








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