2017-10-04 08:57:00

Santa Sede: pescatori vittime di tratta, traffico e lavoro forzato


La pesca nel mondo dà lavoro a 57 milioni di persone, di cui il 19% sono donne, ai quali vanno aggiunti coloro che lavorano in tutta la catena di produzione, per un totale di circa 200 milioni di lavoratori. Eppure, coloro che lavorano in questo settore sono sottoposti a “gravi violazioni dei diritti umani”, spesso “vittime di tratta, traffico e lavoro forzato”. A lanciare il grido d’allarme - riporta l'agenzia Sir - è mons. Fernando Chica Arellano, Osservatore permanente della Santa Sede presso la Fao, intervenuto alla VI eduzione del Congresso internazionale sui cambiamenti climatici e la pesca promosso dalla Conxemar e dalla Fao che si conclude domani a Vigo, in Spagna, sul tema: “Working towards ensuring decent work in fisheries and aquaculture”. 

Secondo i dati della Fao, ha fatto notare l’esponente vaticano, il consumo annuale di pescato per persona si è praticamente decuplicato dagli anni Sessanta ad oggi, tanto che i prodotti della pesca rappresentano il 6,7% di tutte le proteine consumate nel mondo e apportano il 20% del fabbisogno medio di proteine animali per quasi la metà della popolazione mondiale.

Il salario dei pescatori, invece, che provengono dalle aree più povere del pianeta, è “infimo”, la denuncia di mons. Chica Arellano, che fa notare come per ottenere il lavoro, i pescatori “devono pagare una certa quantità di denaro e sono costretti a indebitare se stessi e le loro famiglie e a ipotecare la loro terra”. Senza contare le condizioni di vita sulle grandi navi, che rimangono anche “vari anni” senza attraccare al porto, e gli orari di lavoro: dalle 18 alle 20 ore giornaliere, per sette giorni alla settimana, con ogni condizione metereologica.

Le donne e i bambini a bordo sono vittima di violenza sessuale e quando i pescherecci attraccano nei porti molti di loro sono obbligati a prostituirsi”, il monito dell’esponente vaticano, che ha stigmatizzato anche il fenomeno della pesca illegale e la tratta e il traffico di esseri umani, definiti dal Papa “una forma moderna di schiavitù”. “Salvaguardare nei nostri mari la legalità”, l’appello della Santa Sede, da sempre a fianco dei lavoratori del mare e della loro dignità.








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