2017-10-03 13:22:00

Vescovi boliviani preoccupati per deriva antidemocratica


di Paolo Ondarza

Una nuova forma di colonizzazione ideologica dei valori culturali e religiosi sta avanzando in maniere preoccupante. Lo denunciano in un comunicato diffuso ieri i vescovi boliviani commentando da un lato la recente depenalizzazione dell’aborto  da parte della Camera dei Deputati e dall’altro la concreta possibilità che il partito di governo possa ottenere, con il benestare del Tribunale Costituzionale Plurinazionale, la possibilità di essere rieletto indefinitamente.

I presuli parlano di un “grave danno alla democrazia” e di una atto che calpesta la volontà popolare espressa dal referendum del 21 febbraio 2016. In quell’occasione infatti i boliviani bocciarono l’introduzione della rieleggibilità ad oltranza del presidente Evo Morales. Non tenerne conto, scrive la Conferenza Episcopale del Paese latinoamericano, minerebbe “la credibilità e la legittimità delle autorità e istituzioni chiamate a preservare la salute democratica del paese”.

Tante quindi le incognite: “Dove sono andati a finire i diritti di milioni di elettori? Dove ci stanno conducendo?”. Quest’ultima domanda anima anche la ferma condanna, nel comunicato, della depenalizzazione dell’aborto, inserita nella riforma del codice penale, che – scrivono ancora i vescovi  – “contrasta con la protezione del diritto alla vita sancito dalla Costituzione e dagli Accordi Internazionali sui Diritti Umani”. Anche in questo caso – lamentano – “i legislatori non hanno tenuto conto delle migliaia di firme raccolte e delle numerose manifestazioni a favore del diritto alla vita”: non c’è stato un “dibattito aperto e trasparente”, la discussione parlamentare ha avuto luogo in orari nei quali non era presente la totalità dei deputati.

Forte l’appello a tutti i cattolici: “è una contraddizione dirsi cristiani e appoggiare l’aborto. Una fede alla quale non corrispondano le azioni è morta, nessuna attività della Chiesa in campo sanitario si presterà a sopprimere la vita dei più innocenti”. 

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