2017-10-01 12:47:00

Catalogna referendum: interviene polizia spagnola, scontri e feriti


di Marco Guerra

È un’escalation di tensione in Catalogna, dove la Guardia Civil sta impedendo con la forza lo svolgimento del referendum indipendentista, indetto dalle autorità locali catalane e giudicato anticostituzionale dal governo di Madrid e dalla Corte Suprema spagnola.  Cariche della polizia spagnola, che ha usato anche proiettili di gomma, si sono verificate in decine di seggi e hanno provocato almeno 38 feriti, 9 dei quali sono stati ricoverati e tre versano in gravi condizioni. Altri 10 feriti lievi sono stati registrati tra le forze dell’ordine.

La polizia governativa ha anche tagliato i collegamenti internet a diverse postazioni di voto allestite in tutta la Comunità Autonoma, mentre numerosi cittadini  protestano sdraiandosi sull'asfalto e venendo portati via a forza.  Nonostante l'esplicito divieto delle autorità del governo centrale, centinaia di persone hanno infatti iniziato ad affollare fin dalle prime ore del mattino tutti i luoghi adibiti per la consultazione e le operazioni di voto sono in corso in quasi tutta la Regione, con file lunghissime di cittadini in attesa. Secondo il portavoce del governo catalano “il 73% dei seggi elettorali sono aperti e stanno funzionando”. I Mossos d'Esquadra (polizia locale catalana) si sarebbero limitati ad osservare l’allestimento dei seggi e il clima euforico delle prime ore è cambiato solo con l’intervento della Polizia Nazionale e della Guardia Civile teso requisire le urne.  Per incentivare il voto, il Governo catalano ha annunciato a sorpresa che tutti gli elettori avrebbero potuto votare in qualunque locale adibito a seggio. Immediata la reazione del governo di Madrid, secondo cui il referendum sulla indipendenza catalana ha "perso ogni rispettabilità e credibilità democratica". "Per la prima volta nella storia si cambiano le regole del gioco 45 minuti prima che si aprano le urne, con l'unico obiettivo di forzare il risultato delle elezioni", dichiarano fonti del governo di Madrid: "Senza alcun censimento, con schede portate da casa, senza timbri. E' una vergogna elettorale".

Ma il presidente catalano, Carles Puigdemont, accusa la "brutalità ingiustificata" della polizia nazionale contro gli elettori catalani: è "una vergogna che accompagnerà per sempre l'immagine dello Stato spagnolo", ha commentato. E il portavoce del governo catalano Jordi Turull ha chiesto le “dimissioni immediate” del prefetto spagnolo Enric Millo,  imputato di essere il “responsabile diretto” della “violenza di stato” esercitata questa mattina nei seggi in Catalogna. Accuse respinte al mittente dal governo spagnolo. Il ministro dell'Interno, Juan Ignacio Zoido, ha detto che il presidente indipendentista della Generalitat catalana Puigdemont di essere "l'unico responsabile" di quanto sta accadendo.

La magistratura sta invece valutando "se agire contro i Mossos d'Esquadra”, la polizia catalana, che avrebbe disatteso gli ordini che le chiedevano di impedire le operazioni di voto. Secondo fonti della magistratura citate da El Pais, "i capi dei Mossos si stanno comportando come una polizia politica, disobbedendo e tradendo la fiducia che i giudici avevano dato loro, certi che avrebbero attuto gli ordini ricevuti". Nel frattempo a Madrid alcune centinaia di persone stanno manifestando in favore dell'unità della Spagna. Circa 300 persone si riunite in Plaza Mayor sventolando bandiere spagnole.

Alscolta e scarica il servizio:

 








All the contents on this site are copyrighted ©.