2017-09-20 13:09:00

Card. Filoni ad Hiroshima: riflettere sugli effetti del male è una grande medicina


di Roberta Gisotti

Hiroshima: vivere come costruttori di pace
La pace “non è soltanto assenza di violenza o di guerra”, lo ha ribadito stamane il card. Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, incontrando ad Hiroshima, sacerdoti, religiosi e fedeli laici, nel quarto giorno della sua visita in Giappone.

Nella città martire dove il 6 agosto del 1945 fu gettata la prima bomba atomica nella storia, il porporato ha lodato l’impegno profuso dalla “diocesi di Hiroshima, assieme a tutti i cittadini di buona volontà” per promuovere la pace in Giappone e nel mondo, come “risposta alla voce della coscienza viva per l’umanità”.

Ha ricordato il card. Filoni le vittime – centinaia di migliaia, oltre l’85% civili innocenti, non solo giapponesi ma anche di altri Paesi - di quell’evento drammatico, la cui memoria volta a “riflettere sulle conseguenze terribili del male è sempre una grande medicina”, nella “prospettiva di una pace duratura ed equanime”, che deve poggiare su tre elementi essenziali: “il perdono, la verità e la giustizia”.  Infatti, mentre la verità – ha spiegato il porporato - spinge alla conoscenza e alla comprensione e la giustizia umana rimane fragile e imperfetta perché esposta ai limiti e agli egoismi personali e di gruppo, il perdono riesce a completare e risanare le ferite, ristabilendo in profondità i rapporti umani turbati”.

Perdono cristiano è atto di grande coraggio
Consapevoli che “il perdono cristiano è un atto di grande coraggio, che spezza le catene viziose della vedetta”, “è importante – ha sollecitato il card. Filoni - riflettere su questo tema non solo guardando allo scenario internazionale e alle decisioni dei leader politici, ma anche a noi stessi”, esaminando “anche il proprio personale contributo alla costruzione della pace e la propria capacità di perdono, per non rischiare di adottare un giudizio a doppio standard: rigido verso gli altri, e indulgente verso se stessi”.  Per cui “il vero sviluppo della pace inizia proprio dalla riflessione su di sé, sul modello di testimonianza che proponiamo agli altri”. “Direi – ha osservato il porporato - che la promozione della pace cristiana è un movimento non solo sociale, ma anche e fondamentalmente spirituale”.

Le guerre infinite dei nostri giorni
Ricordando il “tristissimo evento” della prima bomba atomica, sul finire della seconda Guerra mondiale, il card. Filoni si è riferito poi ai conflitti e ai venti di guerra odierni. Celebrando la Messa nella cattedrale di Hiroshima, il porporato ha deprecato quanto ancora oggi avviene nel mondo con la fabbricazione di armi enormemente distruttive”. Siamo “testimoni” – ha aggiunto - “di guerre infinite”, come “quelle di quest’ultimo decennio in Iraq, Siria, Libia, purtroppo ancora in atto”, o di “tante guerre e guerriglie che insanguinano l’Africa, l’Asia e altre parti del mondo”. Gli uomini di questa generazione “continuano a lastricare la storia di sangue e di violenze!”

Evangelizzare non è imposizione e forzatura delle menti
Nella memoria odierna di alcuni martiri coreani, il card. Filoni ha rammentato anche i martiri giapponesi, vittime “di un odio senza una giusta ragione”, poiché - ha osservato – l’annuncio del Vangelo non è un indottrinamento, né un’imposizione o una forzatura delle menti e dei cuori”; “l’adesione al Vangelo” nasce infatti “nella libertà interiore di chi scopre di essere figlio di Dio”. Per cui “l’evangelizzazione – ha proseguito il porporato - non è proselitismo ideologico, ma attrazione, amore, adesione alla carità divina che vuole tutti gli essere umani salvi e uniti nella stessa famiglia di Dio, senza distinzione di lingua, di colore della pelle, di cultura o di stato sociale”. 

Oggi non meno gravi impedimenti all’annuncio del Vangelo
E se “tutto ciò che in Giappone agli inizi impedì l’annuncio del Vangelo fu perché ritenuto sovversivo dello stato sociale allora stabilito”, “forse oggi – ha osservato il card. Filoni - vi sono altri non meno gravi impedimenti”. Tra questi, il porporato ha indicato “la mentalità secolare, l’edonismo, l’indifferenza, l’idolatria del benessere e del denaro, il senso della nostra vita che ci è rubato”.








All the contents on this site are copyrighted ©.