2017-09-17 12:00:00

Famiglie in pellegrinaggio a Pompei: gioiose e rigenerate dallo Spirito Santo


“Pregare per le famiglie provate a causa della mancanza di lavoro, per quelle perseguitate a motivo della fede e per ogni famiglia in situazione di sofferenza”. Lo ha chiesto Papa Francesco in un Messaggio inviato ieri in occasione del decimo ‘Pellegrinaggio nazionale delle famiglie per la famiglia’  svoltosi da Scafati a Pompei.

L’evento, promosso da Rinnovamento nello Spirito Santo con il patrocinio del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, quest’anno aveva come filo conduttore il tema ‘La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie è anche il giubileo della Chiesa’, tratto dall’ Esortazione apostolica Amoris Laetitia. Per conoscere meglio l’importanza del pellegrinaggio e del tema di questa edizione, Federico Piana ha intervistato Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo:

R. - Un pellegrinaggio di famiglie per la famiglia. Un gesto semplice, popolare e dunque anche l’idea di unire tre generazioni – nonni, genitori e figli - intorno al Rosario e al rosario della famiglia una selezione di venti misteri canonici, ci è sembrata una buona intuizione, condivisa subito con la prelatura di Pompei, il forum delle associazioni famigliari, l’ufficio della Pastorale della famiglia della Cei e lo stesso Dicastero vaticano dedicato alla Famiglia. Dunque un gesto di unità per unire le famiglie e per mostrare il volto gioioso delle famiglie stesse. Per cui se è vero che la famiglia ha bisogno di protezione sociale, economica, fiscale e di essere difesa, i credenti sanno che si difende da sé, nel senso che lo Spirito Santo che continuamente la genera non solo la tiene in vita, ma la promuove.

D. - Nel titolo c’è anche un’altra chiave di lettura: la gioia dell’amore che si vie nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa. Quindi giubila la famiglia quando questa è felice, ma anche al Chiesa  …

R. - Gioisce ed è nel giubilo a partire dalla vita, non alienandosi dalla vita. Questa è la grande e profonda differenza; c’è gioia e gioia. Ci sono tante gioie umane di cui la famiglia vive, ma la gioia divina, la gioia della Chiesa, è un’altra cosa: parte proprio dalla necessità di non perdere  - e la preghiera è il più grande allato – la presenza di Dio. Non c’è gioia più grande di questa per chi crede: includere Dio nella propria vita, includere Dio nelle proprie relazioni famigliari. Questa è la prima gioia che si sperimenta. E Gesù dice: “Questa gioia non potrà togliervela nessuno”. In fondo è una gioia eterna quella che si alimenta nelle nostre case. È dunque interessante poter raccontare tutto questo e raccontarlo a partire dalla vita, dalle sfide delle nostre famiglie: sfide di povertà, di migranti, di persone che non trovano lavoro e che perdono lavoro. Queste sono le famiglie che hanno vissuto il pellegrinaggio; le famiglie che hanno testimoniato come nonostante tutto questo la gioia si possa conservare; la  gioia di credere, la gioia di sperare, la gioia di non sapersi soli e dunque inseriti in comunità, in movimenti della vita delle nostre parrocchie. Dunque è una gioia che si alimenta attraverso la preghiera; è una gioia che non si perde se si dona, se si apre agli altri, ed è soprattutto una gioia difesa da Dio. Dunque se lo spirito del mondo scimmiotta la gioia di Dio, la offende, la mortifica, Dio la rigenera e lo fa nella famiglia.








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