2017-09-06 13:49:00

India. Vescovi: vile e brutale l'omicidio di Gauri Lankesh


Un omicidio “ignobile, brutale e codardo”. Con queste parole la Conferenza episcopale dell’India (Cbci) esprime una durissima condanna dell’assassinio della giornalista Gauri Lankesh, direttrice del settimanale Kannada Lankesh Patrike, molto nota per le sue posizioni critiche nei confronti del partito nazionalista indù Bjp (Bharatiya Janata Party). I killer l’hanno colpita a morte il 5 settembre, mentre rincasava, lasciandola in una pozza di sangue.

In una nota a firma del segretario generale mons. Theodore Mascarenhas e ripresa dall’agenzia Asianews, i vescovi rendono onore a Gauri Lankesh “per il coraggio con cui scriveva, le convinzioni con cui ha vissuto e l’audacia con cui ha combattuto le forze del male, dell’odio e della corruzione”. “L’omicidio di questa versatile e coraggiosa giornalista – affermano - avviene dopo altri crimini d’odio, accaduti negli ultimi tempi: gli assassini dello scrittore MM Kalburgi, vincitore del Sahitya Academy Award, a Dharwad, del pensatore Govind Pansare a Kohlapur e dell’intellettuale Narendra Dabholkar a Pune; i linciaggi da parte dei ‘Gau Rakshaks’ [vigilanti delle vacche, ndr] in nome della protezione delle vacche; gli omicidi politici in Kerala e tanti altri ancora”.

Questo odio – sottolinea ancora il comunicato - non può costruire una nuova India. Abbiamo bisogno di amore, pace e armonia. Lanciamo un appello a tutti i leader, ai popoli, alle comunità e alle persone nella nostra amata India affinchè allontanino le ideologie dell’odio. Lasciamo che i nostri valori tradizionali di pace, armonia, fratellanza e tolleranza prevalgano a tutti i costi. Isoliamo le forze dell’odio e superiamo le tendenze politiche, sociali e religiose per costruire una India libera, democratica, laica e progressista”.

La Conferenza episcopale lamenta che “questo omicidio è avvenuto nonostante il primo ministro Narendra Modi abbia dichiarato durante le Festa dell’Indipendenza che ‘La violenza non trova posto nella libera India’. Noi ci uniamo alla sua voce e a quella della società civile e uniamo i nostri cuori ai cuori di tutti coloro che combattono l’odio, le caste, l’intolleranza regionale o religiosa e il fondamentalismo”.

I vescovi ricordano quindi le parole del Padre della Nazione il Mahatma Gandhi: “La mia religione personale mi impedisce in maniera categorica di odiare qualcuno. Ho imparato questa semplice ma grande dottrina quando avevo 12 anni in un libro di testo e la convinzione è rimasta fino ad ora. Per me è una crescita quotidiana. È una passione che brucia in me’ (YI, 6-8-1925, p. 272)”.

A nome di tutti i vescovi, mons. Mascarenhas conclude: “La Chiesa cattolica in India prega per la pace, l’armonia e la vittoria della luce sulle tenebre, dell’amore sull’odio, del bene sul male. Dio benedica l’India”.








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