2017-08-31 07:45:00

Visita del card. Bassetti tra i terremotati di Lazio e Marche


Sono venuto perché avevo  bisogno di venire. Nel mio cuore c’era tanto spazio per voi, per chi ha rischiato di morire, per chi rischia di smarrire la fede o la speranza, per esprimervi la paternità di Dio e la maternità della Chiesa. I vostri morti mi appartengono perché voi mi appartenete in quanto Chiesa”: lo ha affermato il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, nella Messa che ha chiuso il primo giorno della visita ai luoghi di Lazio e Marche colpiti dal terremoto dello scorso anno.

Celebrando nella chiesa prefabbricata di Pescara del Tronto, il card. Bassetti ha sottolineato “la maternità della Chiesa che è sempre in uscita. La Chiesa diventa un ospedale da campo nel quale quando qualcuno cade trova rifugio e non resta solo. La Chiesa diventa una ambulanza che lo porta in ospedale”. “Sono rimasto edificato dai preti e dai vescovi che ho incontrato oggi. Vi siamo vicini – ha detto il presidente della Cei con voce rotta dall’emozione – vi vogliamo bene, perché ci sentiamo Chiesa. Sentiamo nei vostri confronti di esercitare la maternità e la paternità di Dio. I vostri morti mi appartengono perché voi mi appartenete in quanto Chiesa”, ha concluso il cardinale.

Prima di iniziare la celebrazione il presidente della Cei aveva parlato di “giornata piena di emozioni nel mio cuore” con tanti ricordi come “Pescara del Tronto scivolata giù e delle tante vittime anche giovani e bambini. Abbiamo bisogno di raccogliere questi ricordi e di offrirli a Gesù nell’Eucarestia”. “Il terremoto – ha aggiunto – è stato il momento del Calvario, della morte di tanti innocenti. Questo che viviamo adesso è il momento del Sepolcro che va verso la Resurrezione. Ho visto tanti semi di resurrezione, i giovani, gli anziani, tante persone ricche di speranza e di dignità”.

Incontrando poi gli abitanti del Comune marchigiano di Montegallo ha detto di aver visto "gente piegata, ma non spezzata”. In particolare il cardinale ha ribadito che “siamo ancora nella fase del Calvario”. Ed ha aggiunto: “Bisogna avere coraggio e non abbandonare questa terra. Bisogna incoraggiare e aiutare con progetti concreti per ricostruire e aggregare”.

Ieri mattina il porporato aveva avuto diversi incontri ad Amatrice e Accumuli.  “Ai volontari, alla Protezione civile e ai Vigili del fuoco dico grazie per conto di tutta la Chiesa italiana. Il volontariato è espressione di amore più puro”, ha affermato ad Amatrice il card. Bassetti il quale ha spiegato i motivi della sua visita: “Sono venuto per dire grazie e per rendermi conto di ciò che fate. A volte si scava solo con le mani, ma si salvano vite umane. Non perdiamo speranza, ogni gesto di amore come accade qui fa nascere speranza”. Successivamente, sul piazzale nel quale ad Amatrice un anno fa erano allineate le bare delle vittime del terremoto, il card. Bassetti ha affermato che “questo piazzale lo porteremo sempre nel cuore. Non dimenticheremo”. “La speranza non è morta, la vita va avanti”, ha aggiunto.  “C’è bisogno di gesti concreti che sfidano il fatalismo che emerge dopo fatti come il terremoto”. E nel rinnovare il “grazie a tutti”, l’arcivescovo ha ribadito che “come Chiesa continueremo ad aiutarvi”.

Questa mattina il cardinale si è recato a Muccia, Pieve Torina e Camerino, i centri maggiormente colpiti dal sisma in territorio marchigiano. “Ai vicari foranei, che mi hanno spiegato quello che stanno facendo, e ai sacerdoti di questa diocesi – ha detto – esprimo il mio grazie con tutto il cuore. Ripartire dalla scuola materna è un modo di aggregare le famiglie e la gente così avendo modo di rivedersi con continuità, sente qualcosa di suo”.








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