2017-08-29 14:46:00

Corridoi umanitari, esempio contro le polemiche


di Emanuela Campanile

A quasi 24 ore dalla conclusione del vertice all'Eliseo sui migranti, dovrebbe ormai essere definitivamente lecito credere e soprattutto attendere che la frase del Presidente francese Emmanuel Macron - «oggi nasce una squadra per tradurre in atti le parole» - si concretizzi nella realizzazione degli obiettivi messi in chiaro durante il summit parigino tra Francia, Germania, Italia, Spagna e Libia. 

Riconosciuto come modello l’accordo Italia-Libia, raggiunta l’intesa sulle domande di asilo in Africa e sul superamento del regolamento di Dublino (già da tempo criticato dall’ Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati), rimane qualche perplessità riguardo alla volontà di affidare la gestione dei flussi migratori ai Paesi africani, come messo in evidenza da Giovanni Visone, responsabile della comunicazione di Intersos (la più grande organizzazione non governativa e umanitaria italiana, in prima linea per portare aiuto alle persone vittime di guerre, violenze e disastri naturali), e da Oliviero Forti: “Quello che ci chiediamo -  afferma il ‎responsabile per l'immigrazione di Caritas Italiana - è quale sia poi il destino di chi, una volta fermato, dovrà trovare rifugio in Paesi limitrofi, vicini ai Paesi di origine, sui quali ancora non vediamo un impegno reale, un segnale di impegno forte, per un sostegno, appunto, ai Paesi di origine".

E se è vero, come dichiarato ieri dai big europei, che l’immigrazione è un problema che deve essere affrontato in modo corale, è altrettanto reale e importante quel “modello italiano” ecumenico e civile che esiste dal 2016 e per il quale Papa Francesco si è sempre battuto: la realizzazione di corridoi umanitari. Da un anno e mezzo la Comunità di Sant’Egidio, con la Tavola Valdese e la Federazione Chiese Evangeliche, fa scuola dimostrando come l'Europa possa salvare e integrare .

In accordo con i ministeri degli Esteri e dell'Interno, sono infatti arrivate in Italia legalmente e in perfetta sicurezza 900 persone assistite proprio da “quel modello” che anche questa mattina ha fatto sbarcare all’aeroporto di Fiumicino un gruppo di profughi (un palestinese e 32 siriani di cui 15 minori) arrivati dal Libano ma provenienti da Damasco, Homs, Aleppo e Tartous. Famiglie intere e singoli che saranno seguiti anche nel cammino legale e di inserimento sociale e lavorativo. E a chi si chiedesse “ma chi paga?”, la risposta la troverà nei fondi raccolti da Sant' Egidio e nell' 8% valdese

Un'ultima nota: questo modello è stato replicato in Francia dove, il 5 luglio scorso, è giunto il primo contingente di profughi. Uscire da scontri e polemiche sull'immigrazione è, dunque, possibile.








All the contents on this site are copyrighted ©.