2017-08-26 14:36:00

Perdonanza Celestiniana. Mons. Petrocchi: il perdono libera


All’Aquila, come ogni anno, si rinnova il 28 e 29 agosto la festa della Perdonanza Celestiniana. L’evento, legato all’indulgenza plenaria voluta da Papa Celestino V nel 1294, viene inaugurato dall’apertura della Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio. Anche quest’anno l’appuntamento (programma) sarà celebrato con il pensiero alle popolazioni colpite dal terremoto. Ma con quale spirito sarà vissuto? Federico Piana lo ha chiesto a mons. Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell'Aquila:

R. – Nella consapevolezza che il perdono è un atteggiamento evangelico ma anche profondamente umano. Il perdono è una forza che tiene dilatata la nostra anima e le consente di accogliere noi e gli altri, altrimenti l’anima cede alle spinte egoistiche che la contraggono su se stessa rendendola inospitale e soffocante.

D. – Questo imparare a perdonare vale non solo per i singoli cristiani e per le persone ma anche per la società politica, la società civile in generale …

R. – Questo mi sembra che valga sul piano ecclesiale ma anche sul versante civile. Anche l’anima sociale, se si comprime, resta schiacciata su se stessa diventa incapace di fare posto alle urgenze del nostro tempo. Ecco, mi viene in mente l’anima sociale che può barricarsi nell’indifferenza nei confronti degli immigrati che bussano alla porta del nostro cuore. Bisogna stare attenti a queste allergie relazionali, perché infettano la capacità di pensare secondo la verità e di agire con un amore che innanzitutto è attento a operare nel rispetto dei diritti umani. Rischiamo di scambiare per gratuità ciò che è dovuto ai poveri per giustizia. San Tommaso d’Aquino diceva che la giustizia senza la misericordia è crudeltà, così come la misericordia senza la giustizia è madre di dissoluzione. Quindi il perdono lo paragono a un fuoco virtuoso che brucia le scorie e il ciarpame che si depositano negli spazi della nostra interiorità. Il perdono ci rende liberi: liberi di pensare secondo il Vangelo e di rapportarci con una carità che sa fare il bene.

D. – Non si può negare che questa Perdonanza si svolge anche con un pensiero ai terremotati, al terremoto che ha devastato L’Aquila, poi al terremoto del Centro Italia e anche al terremoto di Ischia …

R. – Certo: il terremoto, purtroppo, ha visitato L’Aquila in più edizioni, per così dire: quella devastante del 2009 ma anche quella non meno rovinosa caratterizzata dalle sequenze dell’agosto e dell’ottobre 2016 e del gennaio 2017. Il terremoto ci richiama a un impegno di solidarietà, pone davanti ai nostri occhi la nostra fragilità, il fatto che siamo esposti a eventi che possono all’improvviso condurci a una condizione di povertà. Però, il terremoto invita a essere coraggiosi, a non cedere di fronte al male, a essere certi che l’amore vince e che anche da questa sofferenza Dio può aiutarci a trarre un bene più alto e più duraturo.

Ascolta l'audio e scarica il podcast con l'intervista a mons. Petrocchi








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