di Paolo Ondarza
Gratitudine a Papa Francesco per il suo decisivo e risolutivo intervento nella dolorosa situazione in cui viveva la diocesi di Ahiara. Ad esprimerla sono i vescovi della Provincia ecclesiastica nigeriana di Owerri in una lettera pastorale intitolata “Un momento di grazia e riparazione; in preghiera per la Chiesa e la Nazione”, diffusa al termine della loro Assemblea Plenaria svoltasi dall’8 al 9 agosto ad Abia.
Sacerdoti, religiosi e laici obbediscano incondizionatamente al Papa
I presuli invitano tutti i sacerdoti, religiosi e laici della diocesi di Ahiara ad
obbedire incondizionatamente al Papa, vicario di Cristo e adempiere a tutte le sue
indicazioni, accettando pienamente il vescovo Peter Okpaleke che, sebbene regolarmente
nominato, finora non è stato mai riconosciuto. Si tratta di una vicenda che ha ferito
profondamente la comunità ecclesiale di Ahiara per quasi 5 anni. A mettere l’ultima
parola in questa dolorosa e travagliata pagina della Chiesa nigeriana è stato lo scorso
mese di giugno il Santo Padre quando, incontrando in Vaticano una delegazione di vescovi
nigeriani, ha chiaramente spiegato che “chi si oppone alla nomina di un vescovo, vuole
distruggere la Chiesa e chi offende la Chiesa commette peccato mortale”. Il Papa ha
anche chiesto espressamente ad ogni ecclesiastico incardinato nella diocesi di Ahiara,
di dichiarare per iscritto obbedienza e perdono, pena la sospensione a divinis”.
Dopo tanto dolore e scandalo, il desiderio della riconciliazione
“Nella Provincia ecclesiastica di Owerri - scrivono i presuli - abbiamo conosciuto
e sentito lo scandalo e il dolore della disunità provocati dalla crisi nella diocesi
di Ahiara. Molti sono stati profondamente feriti e molti altri si sono sentiti amareggiati.
Noi i Vescovi e Pastori della nostra Provincia chiediamo con forza la conversione,
il perdono e la riconciliazione".
Appello alle istituzioni: cercare il bene comune
L’episcopato guarda poi alla situazione politica del Paese e si dice seriamente preoccupato
per l’intensificarsi negli ultimi due anni delle “agitazioni etniche e regionali,
che si sono aggiunte a ulteriori tensioni politiche”. Il pensiero va alla non lontana
guerra civile che ha lasciato dietro di sé ferite ancora non rimarginate e ai piccoli
conflitti che ancora imperversano. Forte l’appello alla classe politica e, in primis,
al presidente Muhammuadu Buhari, a guardare seriamente ai problemi della popolazione
come corruzione e crescente disoccupazione giovanile e ad offrire soluzioni per il
benessere di tutti. L’invito è ad abbracciare la strada della compassione, del dialogo
e del pentimento per recuperare i nigeriani, ostaggio della violenza, e indicare loro
una strada di rinnovamento e di vera unità.
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