2017-08-23 08:17:00

Caritas Venezuela: mancano cibo e medicinali. La voce del card. Urosa


Si aggrava la crisi umanitaria in Venezuela, con l’aumento della povertà, la mancanza di cibo e medicine e allarmanti tassi di malnutrizione infantile. Secondo i dati forniti da Caritas Venezuela, il 54% dei bambini presenta deficit nutrizionali, tra i piccoli al di sotto dei 5 anni la denutrizione acuta è pari al 3% mentre quella moderata è all’8. I casi di diabete sono aumentati del 95%, quelli di ipertensione del 92. È invece triplicato l’indice di mortalità subito dopo la nascita e 114.000 persone affette da Hiv o Aids non hanno accesso ai farmaci necessari. Nelle farmacie è disponibile solo il 38% delle medicine di base. Gli esperti di Caritas Venezuela si sono detti preoccupati "per il deterioramento della crisi umanitaria e il forte impatto che sta avendo su migliaia di uomini, donne e bambini".

La maggior parte delle persone «non ha accesso a cibo adeguato
Analoga denuncia era giunta anche alla fine di luglio, quando Suzanna Tkalec, direttore umanitario di Caritas Internationalis, aveva sottolineato che la maggior parte delle persone «non ha accesso a cibo adeguato». I prodotti nei negozi ci sono, aveva aggiunto, «ma i prezzi sono troppo alti per la stragrande maggioranza della popolazione. È comune vedere persone nelle strade di Caracas che rovistano nella spazzatura per trovare qualcosa da mangiare».

In aumento inflazione e carenza di medicinali
Tkalec ricordava già in quell’occasione che il Venezuela produce appena il 30% degli alimenti necessari alla popolazione e l’inflazione aumenta a livelli esorbitanti. La carenza di medicinali ha portato poi a un aumento delle malattie croniche, della malaria e della difterite, perché non ci sono vaccini.
Caritas Venezuela ha avviato un programma per fornire cibo, acqua e cure mediche ai bambini di età inferiore ai 5 anni e ha lanciato un appello per raccogliere fondi.

In migliaia in fuga soprattutto in Colombia
Volontari sono attivi nelle diocesi di tutto il Paese per distribuire pasti ai più vulnerabili. La Caritas denuncia inoltre che «migliaia di persone fuggono dalle violenze e dalla persecuzione attraversando la frontiera, soprattutto con la Colombia. Oltre 60.000 persone attraversano ogni giorno il confine». Molti, si aggiunge, «sono a rischio di tratta, sfruttamento sessuale o coinvolgimento nei gruppi armati».

Rischio diaspora nella storia democratica del Venezuela
Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) almeno 50.000 venezuelani hanno chiesto asilo politico all’estero. Si stima la presenza di circa 20-30.000 venezuelani in Brasile, 40.000 a Trinidad e Tobago e 300.000 in Colombia. La Caritas apprezza le misure di accoglienza adottate dai governi «del Brasile, del Cile, del Perú e, più recentemente, della Colombia, che promuovono l’occupazione degli immigrati venezuelani», ma si dice preoccupata per «una diaspora senza precedenti nella storia democratica del Paese».

Le preoccupazioni del card. Urosa Savino
Intanto il card. Jorge Urosa Savino, arcivescovo di Caracas, ha espressio la propria preoccupazione per la sparizione forzata del generale in pensione Raul Isaias Baduel dall’8 agosto, il massacro di 37 giovani detenuti nel carcere di Puerto Ayacucho, il trattamento crudele dei prigionieri politici e comuni, le 110 vittime in quattro mesi di crisi politica. "La famiglia non sa nulla sorte del generale Baduel: è una sparizione forzata – ha detto il cardinale, citato dall’agenzia Sir - è un fatto gravissimo”. Inoltre, ha proseguito, “ci sono tante persone detenute che stanno soffrendo moltissimo”, tra cui “i giovani reclusi nel carcere di El Dorado” e molti di loro sono malati.

Il card. Urosa ha condannato i presunti massacri, gli arresti e le condanne degli oppositori
“Stiamo vivendo un’epoca molto complicata – ha affermato il card. Urosa – e la crisi è ogni volta peggiore”. Il porporato ha citato anche il massacro nel carcere di Puerto Ayacucho, con forze private che sarebbero entrate in azione per sedare una rivolta interna. “Secondo le prime informazioni – ha detto – sono stati massacrati 37 giovani, ma non si sa nulla”. L’arcivescovo di Caracas ha chiesto di indagare sull’accaduto “e punire i colpevoli secondo le leggi vigenti”. L’arcivescovo venezuelano ha poi ricordato la situazione dei sindaci che appartengono ai partiti dell’opposizione: “Molti di loro sono stati arrestati, condannati, destituiti o sanzionati in maniera esagerata.








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