2017-08-22 14:26:00

Di Tora: il Messaggio del Papa riconosce la dignità della persona


di Marina Tomarro

Accoglienza ed integrazione. Il punto focale  del messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale del Migrante e del rifugiato, che ricorre il prossimo 21 gennaio è racchiuso proprio in queste due parole. Un fenomeno quello dell’immigrazione, che abbraccia tutto il mondo e non solo l’Europa. In America ad esempio,  milioni sono le persone che attraverso il Messico cercando di raggiungere gli Stati Uniti o il Canada nella speranza di trovare un futuro migliore. In particolare dall’isola di Haiti, moltissimi in questo ultimo periodo sono fuggiti verso il Canada richiedendo asilo, come ha spiegato a Fanny Ménéghin la responsabile dell’accoglienza dei rifugiati per l’arcidiocesi di Montréal, Alessandra Santopadre:

R. - Accompagniamo i richiedenti asilo già da diversi mesi, da gennaio, per l’alloggiamento, il supporto giuridico, etc. C’è la comunità haitiana qui, che fa parte della diocesi di Montréal; sono già numerosi ma il governo deve verificare se sono veramente riconosciuti come rifugiati o no. La diocesi di Montréal, a partire dal mese di settembre, aprirà una canonica per accogliere le donne incinte  e le famiglie monoparentali perché sono le più vulnerabili e per poter mandare a scuola anche dei bambini se ci sono. Queste persone possono lavorare qui ma il problema più grave è che c’è un’attesa per il permesso di soggiorno  che può essere  molto lunga anche di 12-18-24 mesi.

D. - Malgrado una tale situazione Justin Trudeau, il primo ministro canadese, perché non ha fatto ancora alcuna dichiarazione su questo tema?

R.  – All’inizio Justin Trudeau aveva detto chiaramente, quando Trump fu eletto: Venite, il Canada vi accetta. Purtroppo le persone che sono state dall’altra parte della frontiera negli Stati Uniti, come gli haitiani, non sono stati informati di quello che li aspetta qui.

E una delle parti centrali di questo messaggio del Papa è stato dedicato proprio al riconoscimento del diritto universale ad una nazionalità per tutti i bambini e le bambine al momento della nascita, affinché l’apolidia possa essere superata con “una legislazione sulla cittadinanza” conforme al diritto internazionale.

Un passaggio importante, perché  riconduce all’emendamento dello Ius Soli, in discussione in questi giorni in Italia.

“La cittadinanza ai neonati  – spiega mons. Guerino Di Tora presidente della Fondazione Migrantes e della Commissione episcopale Cei per le migrazioni -  è questo il grande problema del quale il Papa parla con molta concretezza. Non si può pensare che i bambini che nascono in una nazione siano apolidi. Quindi questo riconoscere allo stato migratorio una nazionalità nel rispetto del diritto universale ad avere una nazionalità  va riconosciuto e certificato per  tutti i bambini al momento della nascita. L’apolidia può essere evitata attraverso una legislazione sulla cittadinanza che è conforme ai principi fondamentali del diritto internazionale. Del resto le grandi nazioni mondiali – prendiamo gli Stati Uniti, l’Australia – si sono formati dall’insieme di tante immigrazioni.”

E per chi non è stato d’accordo con le parole del Papa, mons. di Tora chiarisce: “ Ognuno può avere le sue idee, ma quelli che sono principi universali e umanitari vanno sempre riconosciuti e protetti. Qui siamo di fronte ad una realtà che deve salvaguardare la dignità della persona” 

Ascolta e scarica l'intervista a mons. Guerino Di Tora:








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