In un comunicato la Comunità di Sant’Egidio esprime la sua preoccupazione per la sorte dei rifugiati sgomberati dal palazzo ex Federconsorzi di piazza Indipendenza, a Roma. Si tratta infatti di centinaia di rifugiati, tra cui molte famiglie con bambini e anziani, che si trovano all’improvviso senza un tetto. Occorre che le autorità nazionali e cittadine trovino al più presto una risposta alla situazione che si è venuta a creare, anche con soluzioni diversificate.
Lasciare in strada centinaia di immigrati interrompe il processo di integrazione
"È urgente, in particolare per due motivi. Prima di tutto - esorta la Comunità di
Sant'Egidio - perché lasciare per strada centinaia di immigrati non fa altro
che aumentare nella Capitale il numero di quanti – e non sono pochi - non hanno un
riparo notturno o vivono in alloggi di fortuna. In secondo luogo perché,
pur nel rispetto della legalità, non è consigliabile interrompere percorsi
di integrazione che erano già in corso".
L'invito a trovare soluzioni appropriate nel rispetto delle persone
"Occorre infatti ricordare che le persone sgomberate, in gran parte
etiopi ed eritrei, non sono “irregolari”. Hanno già ottenuto,
quasi tutti, il riconoscimento di rifugiati e non pochi già lavorano, come
quella donna che ha chiesto di poter tornare nel palazzo per recuperare le medicine
che servivano alla signora che assiste come badante durante il giorno". Sant'Egidio
invita quindi a "trovare soluzioni appropriate nel rispetto delle persone e per il
bene della Capitale che non ha bisogno certamente di situazioni conflittuali
ma inclusive, per tutti i cittadini, sia italiani che stranieri".
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