2017-08-13 10:00:00

La storia drammatica di Razak, un minorenne in fuga dal Togo


di Emanuela Campanile

Un minorenne in fuga dal Togo, un viaggio drammatico e impressionante con tappa in Niger, arrivo in Libia, attraversata del Mediterraneo e approdo in Europa. Una migrazione politica, forse come tante, e come a migliaia ce le presentano ogni giorno i telegiornali.

Ne esce un libro scritto a quattro mani: "Aventure Imprevue, viaggio senza biglietto dall’Africa all’Europa", perché, come si suol dire  “la vita è l’arte dell’incontro” e Razak, arrivato rocambolescamente al centro di accoglienza di Cividale, Udine, (Civiform), conosce l’insegnante d’italiano Riccardo Roschetti.

Da qui quelle 60 pagine, edite dallo Studio Associato ComunIcare, "non scritte a quattro mani ma, piuttosto a più voci perché – specifica nell’Introduzione il professore - “la vita, amico mio, è (anche) l’arte dell’ascolto”.

Ma nell’esperienza del giovane togolese, i segni di quel suo viaggio sono tali da spingerlo a dissuadere i futuri migranti dall’affrontare  un simile calvario, da lui stesso definito “una sfilata di anime davanti alla morte”.

Eppure, dire no racchiude in sé una fortissima implicazione, come spiega padre Luciano Larivera, direttore del Centro Culturale Veritas di Vieste che ha ospitato la presentazione dell'uscita del libro: “Si è reso conto che lui è un miracolato. Ritiene che Dio (Razak è musulmano) lo abbia protetto. In questa storia troviamo situazioni non facili da distinguere. Sono vicende umane che si trasformano lungo il viaggio: una persona può iniziare come migrante economico, ma quando si trova in Libia, in quel contesto, diventa un perseguitato del sistema locale, tribale, politico... Queste sono riflessioni davvero complicate. La questione – prosegue il padre gesuita - va aggredita, affrontata. La gente attraverso internet vede gli amici, i fratelli che mettono le loro foto su Facebook perché hanno avuto fortuna; quelli che muoiono non possono farlo. Dico una banalità - conclude - anche la speranza viene alimentata, a volte ingenuamente, però senza speranza si muore… non si può togliere alla gente anche la speranza di un futuro migliore”.

Ed è come il gioco delle scatole cinesi che sembra non finire mai. In questi giorni il Nuovo Rapporto OIM ha infatti diffuso i dati sul fenomeno della “tratta umana” lungo la via di migrazione attraverso il Mediterraneo. In tre anni, l’aumento dei soggetti in pericolo è salito del 600%. “Sfruttando l’inganno - ha commentato ancora padre Larivera -  l’illusione, e alla fine la costrizione, di fatto si crea una domanda e si creano le condizioni per vivere su questo tipo di economia. E questo è devastante perché innesca una capacità di corruzione, di manipolazione dei sistemi, anche giuridici, interni. Ovviamente  - conclude con grande amarezza  - è un problema globale che però deve essere gestito: non si può pensare di risolverlo tutto in una volta o di impedire che questo avvenga, perché è un sistema molto articolato. E’ un sistema molto potente".

Ascolta e scarica il podcast con l'intervista integrale a padre Luciano Larivera, direttore del Centro Culturale Veritas di Vieste

 








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