2017-08-04 14:06:00

Rete Clamor: in Venezuela diaspora senza precedenti


“Una gravissima situazione che attenta alla vita e alla dignità delle persone ha costretto migliaia di venezuelani a lasciare proprio Paese, in una diaspora senza precedenti”. Questa è in sostanza la dichiarazione della Rete latinoamericana e dei Caraibi di migrazione, rifugiati e tratta di persone (Clamor) di fronte alla crisi umanitaria che vive il Venezuela. La rete cattolica sotto l’egida del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) esprime solidarietà al popolo venezuelano che soffre “la carestia di alimenti e medicine, il collasso dei servizi pubblici, l’inflazione più alta del mondo, la violenza sfrenata e le gravi violazioni dei diritti umani che ha lasciato una scia di centinaia di morti”.

Secondo il rapporto della Fondazione “Asylium Access” presentato alla Commissione Interamericana dei diritti umani, il numero della popolazione migrante venezuelana, negli ultimi 3 anni, ha raggiunto i 2 milioni e mezzo di persone. In questa cifra non sono compresi gli immigrati con doppia nazionalità – circa mezzo milione - che hanno raggiunto soprattutto alcune nazioni europee come Spagna, Italia e Portogallo. Anche l’ACNUR (l’organismo ONU per i rifugiati) ha rilevato un incremento del 228 per cento delle richieste di asilo dei venezuelani negli ultimi 5 anni, in tutto il mondo. “Da essere una terra di accoglienza – si legge nella dichiarazione - è diventata una terra di addii”

Clamor denuncia che in molti Paesi di transito o di ricezione i venezuelani sono vittime della tratta, dello sfruttamento sessuale e lavorativo perché privi di documenti.  “Sono sempre più frequenti – si legge nella nota - vedere nelle strade venezuelani indigenti o venditori ambulanti”.  In questo contesto, l’organizzazione cattolica appoggia le misure implementate dai governi di Brasile, Cile, Perù e, ultimamente, anche di Colombia che favoriscono l’integrazione lavorativa dei migranti venezuelani.  Nonostante ciò, molti governi della regione ancora non hanno previsto politiche pubbliche di accoglienza mirate ad affrontare la gravità della crisi umanitaria in Venezuela.

Le statistiche riguardano anche l’immigrazione di venezuelani all’interno del continente latinoamericano. Nel primo trimestre del 2015, in Colombia sono entrati circa 9mila 550 lavoratori stagionali, 5 mila in più che nel 2014. Nello stesso periodo, in Argentina sono entrati oltre 2 mila 700 venezuelani, con un aumento del 61 per cento rispetto al 2014. In Cile, sono stati concessi oltre 10 mila visti a venezuelani studenti, lavoratori con contratto o stagionali. In Centroamerica, il Servizio nazionale di migrazioni di Panama ha ricevuto circa 2500 richieste di residenza permanente. Una realtà molto vicina anche per i venezuelani emigrati in Costa Rica. Infine, nel nord del Brasile, più precisamente a Boa Vista, la polizia federale solo nel primo semestre di quest’anno ha ricevuto circa 8 mila richieste di asilo. La cifra è quadruplicata, tenendo conto che nel 2016 sono state sollecitate poco più due mila richieste di asilo.  

Infine, il forte appello di Clamor ai governi e alle persone di buona volontà a dare una risposta umana, giusta e fraterna e a non essere indifferenti di fronte alla sofferenza di tanti venezuelani che sono stati obbligati a lasciare tutto.  La dichiarazione ribadisce l’impegno della Chiesa di accompagnare e ascoltare “il grido del popolo sofferente di Venezuela” e di promuovere la cultura dell’incontro e della misericordia. “Preghiamo perché la crisi umanitaria che colpisce il Venezuela sia sconfitta e perché questa nazione fraterna possa percorrere il cammino della pace frutto della giustizia sociale, la libertà e lo sviluppo umano integrale”. (A cura di Alina Tufani)








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