2017-07-31 11:19:00

Venezuela: vittime durante il voto, regime sempre più isolato


di Gabriella Ceraso e Michele Raviart

Grida vittoria il presidente venezuelano Nicolas Maduro all’indomani del voto fortemente voluto per l’Assemblea costituente, ma osteggiato dall’opposizione e criticato da molti Paesi americani che non riconoscono l’esito dello scrutinio. E mentre arrivano i dati ufficiali si contano 13 nuove vittime delle violenze che portano, da aprile, il totale a oltre 120 morti.

Ieri è stato versato anche il sangue di due minorenni, un militare e di uno dei candidati per la Costituente negli scontri tra opposizioni, forze dell’ordine e gruppi armati chavisti. A nulla è servito infatti il divieto di manifestazioni che le opposizioni rilanciano anche oggi vantando un’astensione dell'87% pari ad un'affluenza di poco superiore ai 2 milioni di elettori, mentre i dati ufficiali parlano di 8 milioni di votanti pari al 41%. Dati lontani dalla realtà, come spiega Ingrid Dussi, volontaria dell’associazione latinoamericana che si occupa di progetti umanitari. Durante la settimana sono state pubblicate diverse modalità di truccare il voto ed aumentarli a favore della Costituente, ma non ci aspettavamo certamente che da una proiezione iniziale del 7% si potesse arrivare ad oltre il 40 per cento di votanti”, afferma. “Oltre a questo la repressione è stata molto, molto forte… Noi siamo affranti, spaventatissimi, perché veramente è stato eccessivo”.

Rimane grave anche la situazione umanitaria. “Noi, della nostra associazione, mandiamo aiuti ma certamente sono insufficienti rispetto alle necessità di una popolazione di oltre 30 milioni di abitanti”. Inoltre, continua Ingrid Dussi “oltre alle malattie croniche si aggiungono i feriti negli scontri con le forze dell’ordine che non possono andare in ospedale perché vengono arrestati. Abbiamo assolutamente bisogno di antibiotici e presidi sanitari per curare i feriti. La gente ha fame, la gente sta morendo di fame. Non capisco perché non si stiano muovendo le grandi organizzazioni internazionali”.

In un discorso ai suoi simpatizzanti al termine delle operazioni di voto il presidente Maduro ha continuato a tenere toni fermi scagliandosi contro i media accusati di portare avanti campagne contro il suo governo e preannunciando l'apertura di un'inchiesta alla Commissione Nazionale delle Telecomunicazioni. Stesso atteggiamento verso diversi esponenti dell'opposizione. Uno dei primi compiti della Costituente che sta per nascere dalle urne con pieni poteri, secondo Maduro, sarà l'istituzione di una "Commissione per la Verità", che porti davanti alla giustizia anche alcuni deputati che attualmente godono dell'immunità parlamentare. "Giustizia! Giustizia e pace procedono insieme" ha detto il presidente rivolto ai suoi sostenitori, "solo attraverso la giustizia raggiungeremo la pace".

Intanto cresce il malcontento tra i Paesi americani di fronte a quanto sta accadendo in Venezuela. Messico, Colombia, Perù e Argentina non riconoscono l'esito del voto che il Cile ha definito "illegittimo". Gli Stati Uniti condannano le violenze: in una nota la portavoce del Dipartimento di Stato americano, Heather Nauert, afferma che gli Usa si dichiarano "al fianco del popolo del Venezuela e dei loro rappresentanti costituzionali, nella loro volontà di ripristinare una democrazia piena e prospera". Quindi, aggiunge la portavoce a nome degli Usa, "continueremo ad assumere azioni
veloci e forti contro gli architetti dell'autoritarismo in Venezuela".

Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha affermato che "la repressione chavista ha raggiunto livelli impensabili. La comunità internazionale non può rimanere in silenzio davanti ad un numero così elevato di morti in Venezuela". "E' chiaro - afferma - che il regime in carica voglia mantenere il potere. Il volere del popolo è di cambiare tale regime. E' per questo che è necessario indire nuove elezioni democratiche ora".

La soluzione alla crisi deve essere pacifica e democratica, ha riferito alla agenzie il cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, che ha ribadito l’impegno della Santa Sede alla responsabilità e al bene del popolo venezuelano. La Conferenza episcopale venezuelana, da parte sua, ribadisce la sua opposizione alla Costituente che mira a instaurare nel Paese uno Stato militare e marxista a tutto danno di una popolazione già stremata da una lunga crisi economica e sociale. Nel giorno del voto inoltre i vescovi hanno chiesto ai fedeli di tutte le parrocchie di recitare una preghiera comune per invocare la saggezza del dialogo e dell'incontro in un momento di grande difficoltà per il Paese. 

Ascolta e scarica il podcast con l'intervista integrale

 

 

 








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