2017-07-14 12:59:00

Crollo Torre Annunziata, card. Sepe: vicino al vostro dolore


“Con Marta, rispondiamo anche noi sì a Gesù, crediamo, dopo il calvario delle sofferenze, tanto dolore e tanta oscurità. Come credenti rinnoviamo il nostro atto di fede nel Signore”. Lo ha detto, stamattina il card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, ai funerali a Torre Annunziata, nella basilica della Neve, delle otto vittime del crollo della palazzina alla Rampa Nunziante. Il riferimento del porporato è alle parole di Marta, dinanzi al sepolcro di Lazzaro, quando  Gesù le chiese se credeva che era Lui la risurrezione e la vita e che chi crede in Lui anche se muore, vivrà e Marta rispose: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo”.

Tra le vittime due bambini
“Lasciate – ha proseguito l’arcivescovo – che esprima a voi congiunti e a tutta la città la mia ammirazione per la compostezza che vi hanno fatto conoscere, al di là di Torre Annunziata, delle diocesi, a tutta Italia e anche all’estero. Avete dato un esempio di dignità che annulla la faciloneria e i pregiudizi che descrivono le persone del napoletano, dimostrando di essere una comunità di fede”. Davanti alle bare, ricordando in particolar modo i due bambini, Salvatore di 8 anni, e Francesca di 11, il card. Sepe ha chiesto: “Signore della vita perché hai permesso che queste vite fossero stroncate in maniera così drammatica?”. “Io – ha aggiunto il cardinale – sto con voi, in mezzo a voi, partecipo al vostro dolore, asciugo le vostre lacrime”.

Se l’uomo si fa prendere dall’egoismo può provocare drammi e sofferenze
L’arcivescovo - riferisce l'agenzia Sir - si è quindi scagliato contro “la mano dell’uomo che diventa  strumento di peccato e di morte, una mano assassina, che esprime solo prepotenza, superbia ed egoismo”. Sepe ha fatto riferimento anche al dramma degli incendi che stanno devastando la Campania e in particolare il Vesuvio: “Quando l’uomo si fa prendere la mano dall’egoismo può causare morte e sofferenza degli altri”. Il cardinale ha espresso “ferma condanna” nei confronti di questo atteggiamento che “prevarica sui diritti degli altri e della comunità nel suo insieme”.








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