2017-07-11 14:33:00

Vescovi Venezuela: annullare Assemblea costituente


I vescovi venezuelani, riuniti nella 108.ma Assemblea plenaria della Conferenza episcopale, hanno inviato una lettera al presidente Nicόlas Maduro. In essa sottolineano le misure necessarie per mettere fine alla crisi alimentare, sanitaria e di sicurezza che affligge il Paese e continua a provocare vittime. Le richieste inviate dai vescovi al Presidente Maduro parlano chiaro:

- riconoscere l’autonomia di tutti i poteri pubblici e lavorare insieme a essi, in particolare con l’assemblea nazionale e la Procura generale;
- ritirare la convocazione di una Assemblea nazionale costituente;
- prendere in considerazione e sostenere gli accordi raggiunti nella prima tornata di dialoghi con l’opposizione.

Secondo i presuli è questa la via per sciogliere il nodo che sta strozzando il Paese e ha causato quasi 100 morti dall’inizio delle proteste, iniziate oltre tre mesi fa.

Nei giorni scorsi un segnale positivo sarebbe stata la scarcerazione di Leopoldo Lόpez, uno dei maggiori esponenti dell’opposizione e fondatore del partito “Voluntad Popular”. Il politico, dopo tre anni, ha ottenuto gli arresti domiciliari e fatto sapere che continuerà a lottare per il suo popolo.

Per un’analisi delle evoluzioni della crisi venezuelana abbiamo sentito Gilberto Bonalumi, consigliere scientifico dell’ISPI:

R. - Non mi pare che le cose stiano andando in quella direzione che i vescovi suggeriscono. Ci troviamo in una situazione paradossale in cui l’opposizione cerca di difendere questa Costituzione che lo stesso Maduro definisce “pioniera”, che comunque non ha impedito all’opposizione, nella recente tornata elettorale, di avere la maggioranza nel Parlamento. Da una parte c’è l’opposizione che difende la Costituzione pioniera, e gli altri che vogliono invece questa Costituente che ha un impianto, dal punto di vista culturale, politico e istituzionale, molto diverso da quella che loro vorrebbero superare per riprendere in mano totalmente la situazione.

D. – Se effettivamente questa Assemblea nazionale costituente verrà convocata, quali sono gli scenari che si aprono?

R. – Complicati. O entrano in campo altri mediatori non necessariamente dell’area latinoamericana o difficilmente la cosa si sposterà. Poi c’è l’incognita dei militari: quando dentro un Paese latinoamericano si creavano queste tensioni, i militari, nel bene o nel male - più nel male che nel bene - intervenivano. Qui invece uno si domanda perché non avviene niente. In realtà perché fin dall’inizio questo è un governo che è - non dobbiamo mai dimenticarlo - sia con Chavez che soprattutto con Maduro, civico militare. Quindi in realtà il vero supervisore di Maduro è il generale López Padrino.

D. – Il Venezuela è anche ricco di petrolio. Insomma, è tutta una questione interna?

R.  – Se mi si domanda che cosa accomuna negli ultimi 40 anni i governi venezuelani, cioè il petrolio: ma perché il petrolio venezuelano, che è il peggiore perché molto bituminoso, è però strategico e non solo per la quantità? Perché il Venezuela è l’unico Paese che ha il petrolio a cielo aperto: le famose “sciste bituminose”. Il Venezuela è l’unico che ha dei bacini grandi come il Lago di Garda dove si tira fuori il petrolio dalla superficie. Al di là di come veniva utilizzata l’entrata, però per tutti, sia per chi lo voleva fare in chiave liberal-democratica sia per chi voleva farlo in chiave populista, socialista ecc.: per entrambi il punto di partenza era che più del 90% delle entrate finanziate dal Venezuela doveva derivare dal petrolio.

D. – Questo passaggio di Lopez dal carcere agli arresti domiciliari da alcuni è stato considerato un segno di apertura…

R. – Indubbiamente è un segno di apertura, perché Lopez non era un recluso qualsiasi. Come interpretarlo? Come una distensione rispetto ai 20 giorni che mancano alla votazione della nuova Costituente o come un atto di disperazione. 

A cura di Eugenio Murrali

Ascolta e scarica il podcast dell'intervista integrale con Gilberto Bonalumi:








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