"I contadini a Palo Quemado vivono sulla propria pelle l'impatto ambientale provocato dall'attività mineraria nella zona, in modo particolare l'acqua e i campi contaminati": lo denuncia mons. Geovanni Mauricio Paz Hurtado, vescovo della diocesi di Lacatunga, in Ecuador.
Terre distrutte, popolazione preoccupata
Mons. Paz – riferisce l’agenzia Fides - è intervenuto nei giorni scorsi ad un incontro
a Sigchos, vicino Latacunga, una città sull'altopiano dell'Ecuador, capoluogo della
provincia del Cotopaxi e dell'omonimo cantone, 90 chilometri a sud di Quito, vicino
al vulcano Cotopaxi. Secondo il presule, una specie vegetale che serviva come alimento
per il bestiame, non esiste più: "Sono conseguenze dell'estrazione mineraria – ha
detto - la terra è distrutta e la gente è intimorita e preoccupata".
A rischio la zona “verde” del Paese
Il cantone di Sigchos è situato in una zona famosa per la produzione della Panela,
preparato alimentare ottenuto dal succo della canna da zucchero, sottoposto a ebollizione
a temperature elevate ed evaporazione, dal quale si ricava una melassa viscosa che
viene poi versata in piccoli stampi in cui si lascia raffreddare. Inoltre è l'unica
zona dell’Ecuador con la certificazione "verde", vale a dire la migliore, quindi si
presenta il rischio di fermare o distruggere questa produzione nazionale.
Tutela Creato, responsabilità di tutti
Al riguardo Mons. Paz ha detto: "Credo che la nostra preoccupazione per il nostro
popolo e la cura della casa comune sia responsabilità di tutti”. “L'attività mineraria
– ha concluso - fornisce una soluzione temporanea ai problemi economici della famiglia,
ma non ci rendiamo conto dell'impatto a posteriori".
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