2017-07-08 12:55:00

Non si ferma la mobilitazione popolare per Charlie


Dal Pakistan all’Italia. Dagli Stati Uniti al Brasile. Non si ferma la mobilitazione per Charlie, il bimbo inglese di 11 mesi affetto da una rara malattia genetica. Anzi, continua proprio grazie alle ultime notizie di cronaca, che riaccendono la speranza, in primis dei genitori che vogliono tentare il ricorso ad una terapia sperimentale. Il Gosh, l’ospedale in cui è ricoverato, si è rivolto all'Alta Corte per una nuova udienza dopo che l’ospedale Bambino Gesù ha inviato una lettera chiedendo ufficialmente ai medici inglesi di poter somministrare al bimbo un protocollo sperimentale che può funzionare. Intanto, in particolare sui Social, si dà conto delle tantissime manifestazioni di solidarietà. Il servizio di Debora Donnini:

La “battaglia” per la vita di Charlie commuove e smuove gli abitanti dei Social e diventa virale. Foto, tweet, hastag, video, fotografano un mondo di solidarietà, che sta coinvolgendo sempre più l’opinione pubblica. Ma ad essere protagonista non è solo “il cuore”, ma anche "la ragione": a trovare posto sono infatti anche tante analisi di medici, giuristi ed altri esperti che sostegno la causa di Charlie. E la gente si informa.

Molte le città che in questi giorni hanno accesso di blu i loro monumenti-simbolo. Da Liverpool a Portsmouth. E in Italia, Treviso, Savona, Todi. E, ancora, a raccontare la vicenda, il cartello “Save Charlie” affisso sulla facciata della Regione Lombardia. Così come si moltiplicano i raduni che chiedono solo di dare una chance: l’ultimo ieri sera a al Colosseo, a Roma. In una parola: il mondo non è rimasto indifferente.

Anche la preghiera diventa contagiosa, come testimonia il sito e profilo “Pray4Charlie” con il calendario degli appuntamenti di preghiera dei prossimi giorni. Nasce da un’iniziativa delle Sentinelle in piedi, ci racconta uno dei fondatori, ricercatore di Ingegneria elettronica all’Università di Genova, Francesco Bellotti:

R. - In questo fine settimana abbiamo 35 veglie e la gran parte di svolgeranno in Italia. Si tratta di preghiere, Messe, adorazioni. A Brescia ci sarà un Rosario in piazza, giovedì scorso c’era stato a Trento, in questa settimana ci sono state Messe all’Università Cattolica di Milano organizzate dagli studenti e poi nella Chiesa dell’Assunzione di San Carlo a Praga, si sono mossi i monasteri: ogni giorno il Rosario delle 17 viene pregato per Charlie dalle Clarisse di Bouar nella Repubblica Centrafricana. Ieri sera c’è stata la prima veglia per Charlie in Nord America, a Sant’Antonio, fuori da un megastore. Il Brasile si è attivato da tempo con iniziative a Rio de Janeiro, a San Paolo, a Belo Horizonte. Sempre ieri sera è stato commovente vedere le immagini video che ci hanno mandato dal Pakistan da  Faisalabad, dove i bambini dell’Educational Center si sono messi seduti per terra a pregare. È un mare di preghiera che parte dal Basso e sale verso l’Alto.

D. - Secondo lei, i Social stanno avendo un effetto trainante anche per l’informazione tradizionale e quindi un profondo effetto di democrazia?

R. - Assolutamente sì, perché la cosa è nata dal basso. Noi siamo partiti il 15 giugno con due veglie, due adorazioni eucaristiche una Genova e una alla Spezia. Abbiamo diffuso la voce tramite Facebook e lì la cosa è esplosa perché la gente ha visto, ha capito che ci si può riunire, che ci sono dei valori che ci uniscono e così è partito in tutto il mondo. È veramente incredibile. È bastato un sito veramente rudimentale fatto in mezza giornata e una pagina Facebook gestita da una decina di amici. Vorrei segnalare l’importantissimo intervento del Papa con l’aiuto molto concreto attraverso l’Ospedale del Bambino Gesù.

D. - Molti si sono rivolti anche ai Santi perché intercedano per Charlie …

R. - Assistiamo veramente ad un’invocazione di popolo alla Madonna nei santuari o a Itala Mela – io sono della Spezia - che è stata recentemente beatificata proprio qui il 10 giugno. A Itala Mela è stato riconosciuto il miracolo di aver salvato una neonata che aveva dei parametri vitali incompatibili con la vita. Tra l’altro in una veglia, giovedì, hanno letto il brano del Vangelo in cui Gesù dice: “Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande”.

Tutte le campane d’Europa suonino per Charlie: è l’appello che don Aldo Buonaiuto dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, direttore di “In Terris”, rivolge ai sacerdoti”. Sentiamolo al microfono di Federico Piana:

Questo bambino, la sua sofferenza, la sua malattia, ha sicuramente scosso le coscienze di tutto il mondo perché tutti ne parlano e in questo dobbiamo riconoscere la forza dell’amore di questi genitori”.

E il mondo segue con trepidazione, passo dopo passo, la vicenda.








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