2017-07-06 13:16:00

Cantone: corruzione in Italia, in atto rivoluzione culturale


Gli esposti su presunte irregolarità e casi di corruzione nel 2016 in Italia sono stati quasi 2.600. E' il dato fornito dal presidente dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, nel corso della presentazione dell’attività dell’Anac. Cantone ha detto che il clima sta cambiando, anche grazie alla netta posizione del Papa, seppur rimangano scandali e inchieste giudiziarie. Per mons. Galantino le cose vanno meglio ma la strada è ancora lunga. Alessandro Guarasci:

E’ sul tema dei servizi e delle forniture collegati all'assistenza ai migranti che "molti problemi si sono riscontrati". Raffaele Cantone traccia un quadro ancora difficile della lotta alla corruzione in Italia, nonostante ora ci siano più norme per il contrasto. Nel 2016, le istruttorie sono state 845, ma le sanzioni sono state solo 12, a conferma, dice il presidente dell’Anac, del loro utilizzo solo come extrema ratio. Un lavoro particolarmente difficile nella pubblica amministrazione:

“Le amministrazioni manifestano ancora resistenze, però la cosa fondamentale, importante, credo ormai acquisita, è la consapevolezza del ruolo dell’Anac. Ormai nelle amministrazioni si dà per scontato il ruolo e la presenza dell’Anac come interlocutore privilegiato e in moltissimi cittadini si nota questa presenza, si richiede questo intervento, forse anche troppo. Noi siamo destinatari spesso di richieste di chiarimenti, di pareri che non hanno nulla a che vedere con la nostra competenza”.

Importante l’istituto del "whistleblowing", la denuncia da parte impiegati della pubblica amministrazione di casi di corruzione. Aumentano gli esposti, seppur serva fare di più. L’onda lunga degli scandali non si ferma, soprattutto nella sanità. Una cosa è certa. Per Cantone l'Anac "non è un organismo che può occuparsi di ogni forma di illegalità" e non bisogna "assecondare l'idea che gli appalti si possano fare solo con il 'bollino' dell'Anac". Il clima però sta cambiando, seppur a fatica:

“È in atto un’evidente e benefica rivoluzione culturale nell’affrontare questo fenomeno, come mostra la netta e reiterata posizione del Papa che ha anche reso noto di avere allo studio la possibilità di scomunicare i corrotti”.

Attenzione poi alla ricostruzione post terremoto:

“Alcuni dei ritardi sono poco spiegabili, perché sono addossati a norme che non hanno responsabilità, perché le norme del Codice consentono invece una serie di interventi particolarmente espeditivi che non sempre sono stati fatti. Adesso sta cominciando a partire la ricostruzione pubblica; il Commissariato ha bandito le prime gare per le scuole pubbliche. Credo che non sia il momento per fare bilanci ma di provare a guardare avanti e avviare la vera ricostruzione che è quella della fase dell’emergenza”.

Tra i primi a commentare, il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana mons. Nunzio Galantino:

"Sicuramente le cose vanno meglio, sicuramente gli strumenti ci sono, sicuramente c’è un’accoglienza veramente interessante data anche da quello che la Chiesa, il Papa stanno facendo. La strada da percorrere è ancora lunga, speriamo veramente che con l’aiuto di tutti, perché penso che il tema della corruzione sia un tema di educazione e questa ha bisogno di tanti soggetti che interagiscono".








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