2017-07-04 07:44:00

Dopo l'appello del Papa, il Bambino Gesù disponibile ad accogliere Charlie


Dopo l’appello del Papa per il piccolo Charlie, è intervenuto l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù che si è detto disponibile ad accogliere il bimbo affetto da una malattia rara che i medici inglesi definiscono incurabile, apprestandosi a staccare il respiratore che lo tiene in vita. Un’offerta d’aiuto è giunta anche dal presidente Trump e da un ospedale americano. Il servizio di Sergio Centofanti:

Dopo che Papa Francesco aveva chiesto di non trascurare il desiderio dei genitori di Charlie di “accompagnare e curare” il figlio “sino alla fine”, l’Ospedale Bambino Gesù apre le proprie porte al piccolo. La presidente Mariella Enoc ha annunciato di aver chiesto al direttore sanitario dell’istituto di verificare con l’ospedale inglese dove è ricoverato Charlie se vi siano le condizioni per un suo eventuale trasferimento presso il Bambino Gesù: “Sappiamo che il caso è disperato - ha detto - e che, a quanto risulta, non vi sono terapie efficaci" ma, come ha ricordato il Papa nel tweet di venerdì scorso, “difendere la vita umana, soprattutto quando è ferita dalla malattia, è un impegno d'amore che Dio affida ad ogni uomo”. “Le parole del Santo Padre, riferite al piccolo Charlie - spiega la Enoc - ben riassumono la mission dell'ospedale Bambino Gesù". Ascoltiamo il portavoce dell'ospedale, Alessandro Iapino, al microfono di Fabio Colagrande:

R. – La presidente ha ribadito quanto i nostri stessi medici confermano: che non ci sono terapie efficaci. Il gesto della presidente vuole essere un segnale di disponibilità che raccoglie le intenzioni del Santo Padre per poter in qualche modo sbloccare questa impasse che si è creata tra la famiglia e i medici inglesi. Noi siamo sicuri che l’ospedale inglese, che è un ospedale di assoluta eccellenza, stia facendo tutto il possibile per questo bambino. Si è creata una difficoltà con la famiglia; noi speriamo, pensiamo di poter fare il possibile per ricucire questo rapporto con la famiglia, che è fondamentale nell’accompagnamento di ciascun paziente, in particolare di un paziente così piccolo.

Intanto, Charlie ha messo in movimento anche gli Stati Uniti. "Se possiamo aiutare, saremo felici di  farlo" ha scritto in un tweet il presidente Trump, rispondendo alla richiesta dei genitori di sottoporre il figlio ad una terapia sperimentale in una struttura americana. E un ospedale statunitense, di cui non è stato rivelato il nome, si è offerto di curare il piccolo gratuitamente. In questo contesto la premier britannica Theresa May ha fatto sapere che tutti i suoi pensieri sono per il bambino e i suoi genitori. Nel mondo l'opinione pubblica si sta sempre più mobilitando per la vicenda, mentre si moltiplicano le iniziative di preghiera per il piccolo Charlie.








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