2017-06-30 14:43:00

Sindaco di Amatrice: ricostruzione lenta, è il limite del Paese


Torna la paura nell’area del Centro Italia devastata dal sisma di circa un anno fa. Una scossa di magnitudo 3.9 con epicentro a circa 6 chilometri da Amatrice registrata la notte scorsa, è stata avvertita in particolare a Cittareale, dove si è provveduto a verifiche su alcuni edifici. La scossa di terremoto è stata seguita da cinque repliche. Fortunatamente, il sisma non ha provocato danni a persone o cose. Per un quadro della situazione, Adriana Masotti ha sentito il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi:

R. - Sì, dopo un po’ di tregua è ritornato però certo, qui c’è poco da distruggere, è stato distrutto tutto. L’unica mia preoccupazione è la tenuta psicologica delle persone perché si risveglia qualcosa. In una situazione che già è difficile perché qui, a differenza di altre zone e anche ad Accumoli e Arquata, c’è proprio la distruzione totale, c’è anche questo ritorno in scena del mostro che genera sicuramente paura, soprattutto nella testa, nella psicologia delle persone.

D. – Ecco, le persone: la gente di Amatrice sta ancora negli alberghi sulla costa?

R. – No, no! Qui da noi sono già rientrate 140 famiglie che si trovano nelle strutture temporanee di emergenza. Per la fine di agosto dovrebbe essere consegnato l’80 per cento del fabbisogno. Effettivamente nella costa ci sono poche persone perché tante usufruiscono dal Cas, che è il contributo di autonoma sistemazione, per cui ognuno si è sistemato dove meglio riteneva. Oggi e domani saranno consegnate altre 30 strutture e da questo punto di vista c’è molta soddisfazione perché siamo riusciti a garantire anche agli abitanti delle frazioni di Amatrice un posto per stare vicino al proprio paese. Si sta andando avanti, anche con le difficoltà legate alle procedure, ai 4 terremoti che di fatto hanno cambiato sempre i numeri. Prima del 30 ottobre c’era un fabbisogno e poi ne è uscito un altro per cui si sono dovute fare le verifiche di tutte le abitazioni. Tante che prima erano agibili poi sono diventate totalmente inagibili. Le difficoltà: tra le altre la tenuta psicologica… per il fatto che ancora le macerie private sono al palo e le macerie private rappresentano il dolore, la morte di tante famiglie, ed è un impatto emotivo forte.

D. – Le macerie sono ancora lì, in mezzo al paese?

R. - Sono state sgombrate le vie pubbliche ma per quello che riguarda le private lì c’è un impasse ancora della regione Lazio e mi auguro che a breve parta questa gara.

D. - Una ricostruzione che è ancora lontana, forse si  pensava che le cose sarebbero andate diversamente…

R. – Una ricostruzione piano piano, piano piano perché purtroppo è stato smantellato un sistema. Questo è il limite di questa Nazione: chi “entra” magari stravolge delle situazioni buttando al mare tutto. Ogni volta si ricomincia da capo.

D.  – Si riferisce al sistema della Protezione civile?

R. – Sì, a quello. E’ come dice lei.

D.  – Intanto lei ha annunciato che una parte delle donazioni confluite sul conto corrente del suo Comune sarà destinata a finanziare la ripartenza delle attività commerciali…

R.  – Sì, senza il grande cuore degli italiani e delle italiane, stavamo sotto terra. C’era una grande difficoltà per far ripartire le attività perché l’ordinanza del commissario non prevedeva il rimborso per quelle attrezzature che non erano inserite nei libri contabili… perché nei piccoli borghi spesso le attività vengono ereditate, c’è la contabilità semplificata, tanti stavano sotto le macerie.  Per cui dove oggi non interviene l’ordinanza siamo intervenuti noi, anche perché se non riparte il mondo commerciale siamo completamente a terra. Non dimentichiamo che da 10 mesi qui non c’è più un’attività, non c’è più un servizio; c’è solo una mensa a disposizione da un mese per la mia popolazione. Il resto… Qui non si può fare la spesa, non arrivano i giornali… Io sono eternamente grato al mondo della solidarietà che ancora continua. Senza quel mondo noi qui eravamo morti.

D. – Ma la gente per comprare il giornale dove va?

R.  – Ma non leggiamo… E’ meglio, poi… spesso le notizie sono così brutte! Per comprare il giornale ti fai 25 km, ma non è un problema, no? Io mi auguro che tra un po’ ritorni quella parvenza di vita che c’era prima. Stiamo lavorando per questo e anche la decisione di supportare le attività con i nostri fondi va in quella direzione.








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