“La diplomazia è mettere il carisma personale al servizio del bene comune”. Così il card. Jaime Ortega Alamino, arcivescovo emerito dell’Avana, durante la presentazione del suo libro: “Incontro, dialogo e accordo. Papa Francesco, Cuba e gli Stati Uniti”. Il volume è stato presentato da Roberto Méndez, direttore della rivista cattolica “Palabra Nueva”, nell’aula magna del Centro Culturale Felix Varela. Il libro, pubblicato a maggio scorso dalle Edizioni San Paolo di Madrid, riporta la prefazione di mons. Angelo Becciu, sostituto della Segretaria di Stato, e documenti e fotografie che illustrano i momenti più salienti del percorso di ripresa del dialogo diplomatico tra Cuba e Usa, prima dell'annuncio della notizia, il 17 dicembre del 2014.
Il lavoro silenzioso del cardinale fino al momento storico
Nella presentazione del libro, Mendez ha sottolineato il “lavoro silenzioso” del cardinale
Ortega per la ripresa delle relazioni diplomatiche tra Cuba e gli Stati Uniti. Quindi,
la chiarezza e il valore del libro per comprendere la storia presente della nazione
caraibica. Infatti, il card Ortega è stato testimone e protagonista della storia di
Cuba dalla metà del ventesimo secolo fino ad oggi. Come arcivescovo dell’Avana ha
accolto tre Pontefici che, con le loro visite, hanno contribuito alla rinascita della
Chiesa cattolica nell’isola. L’ultima visita, quella di Papa Francesco che si è rivelata
il preludio di un avvenimento di carattere mondiale: il ravvicinamento tra Cuba e
gli Stati Uniti.
Un omaggio al Papa e al suo invito al dialogo
Nel suo intervento, il porporato cubano ha ribadito che il libro voleva essere anzitutto
un “piccolo omaggio a Papa Francesco, al suo costante invito al dialogo e al suo modo
di presentare e vivere l'amore per il prossimo”. In questo contesto, il cardinale
ha ricordato che il Santo Padre ha più volte usato come esempio l’accordo tra Cuba
e gli Usa per parlare dei processi di riconciliazione davanti a presidenti e autorità
di diverse nazioni del mondo. “Francesco - ha detto - è l’unica personalità del mondo
di oggi che può avere la dimensione etica per intervenire in questo tipo di avvenimenti”.
Il porporato ha sottolineato che questo accordo è stato uno dei momenti più importanti
della sua vita sacerdotale perché ha potuto costatare che la comprensione e il dialogo
sono sempre possibili, anche in questi tempi.
Non bisogna perdere mai la speranza nel dialogo
Il cardinale Ortega ha affermato che nella diplomazia si deve usare il carisma personale
in favore del bene. “Il Papa con le sue lettere - ha detto - è stato l’artefice della
creazione di un ponte per il dialogo”. Dunque, ha detto il porporato cubano, il libro
ha come filo conduttore la certezza che Dio, attraverso persone concrete, ha reso
possibile questo storico incontro, l'avvicinamento e il dialogo. “Il messaggio che
vorrei lasciare ai lettori - ha concluso Ortega - è che in questo mondo pieno di sofferenze
e guerre non possiamo perdere la speranza nel dialogo, perché come cristiani siamo
chiamati a lottare per la pace e l’amore”. (A cura di Alina Tufani)
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