2017-06-24 11:53:00

MAXXI: i giubbotti di salvataggio diventano un'opera d'arte.


Viene esposta al MAXXI di Roma, in questi giorni, l’originale installazione di Achilleas Souras, sedicenne di origini greche che vive a Barcellona. L’opera, dal titolo “S.O.S - Save Our Souls”, nasce dalla creatività del giovane talento che ha creato un’igloo-rifugio utilizzando i giubbotti di salvataggio dei migranti sbarcati a Lesbo. Inoltre, l’allestimento dell’opera è realizzato nell’ambito di un workshop, in collaborazione con Save The Children. Giulia Bedini ne ha parlato con Stefania Vannini, responsabile dell’ufficio Public Engagement del MAXXI:

R. – Quest’anno il MAXXI, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, ha partecipato all’evento insieme all’Alto Commissariato dei Rifugiati. Infatti, abbiamo organizzato in collaborazione un’attività, nell’ambito di un workshop, che vedrà lavorare insieme un gruppo di minori non accompagnati del centro diurno “Civico Zero” e un gruppo di loro coetanei romani, nato all’interno del MAXXI; il loro incontro è poi continuato presso il centro diurno. È assolutamente importante affrontare l'emergenza relativa ai minori non accompagnati, che sono solitamente in transito nel nostro Paese, ed è importante che i giovani italiani entrino in relazione con loro. La mia idea di museo è quella di un luogo che accolga soprattutto le comunità più fragili, le persone che in autonomia non verrebbero al museo, proponendo loro di incontrare il pubblico, creare delle occasioni di scambio e di relazione. L’installazione realizzata è pensata da un ragazzo che ha 16 anni – Achilleas Souras - un ragazzo che è stato a Lesbo e sulle spiagge dell’isola greca ha visto la miriade di giubbetti di salvataggio abbandonati dai migranti e ha pensato di riutilizzarli dando loro una seconda vita, crando così degli igloo-rifugio.

D. – Che ruolo ha secondo lei l’arte in questo difficile lavoro di sensibilizzare l’opinione pubblica su temi di così urgente attualità?

R. – L’arte sicuramente è un grandissimo strumento per l’integrazione delle persone, soprattutto quella contemporanea. Questo perché l’arte contemporanea parla dei problemi che ognuno di noi vive quotidianamente e ci offre l’opportunità di presentare i nostri punti di vista personali. Questo è un lavoro che al MAXXI viene svolto da vari anni, nel tentativo di permettere alle persone più fragili, quelle con varie disabilità, di avere l’opportunità di esprimersi a partire dalle opere della collezione permanente del Museo, potendolo fare in giornate speciali come questa in cui sono ascoltati dal pubblico. 








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