2017-06-21 14:49:00

Il Papa per il Sud Sudan: progetto di Francesco per vittime della violenza


Si chiama “Il Papa per il Sud Sudan” l’intervento di sostengo nel campo della sanità, dell'educazione e del lavoro agricolo, di un importo poco inferiore al mezzo milione di dollari, con cui Francesco ha deciso di manifestare concretamente carità e vicinanza alla popolazione del Paese in guerra dal 2013 per la rivalità dei vertici politici. L’iniziativa affianca l’opera di diverse congregazioni religiose e organismi internazionali le cui rappresentanze, insieme al cardinale Peter Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, in sala stampa vaticana, hanno presentato il progetto. C’era per noi Gabriella Ceraso:

C’è una gravissima crisi umanitaria in Sud Sudan a causa della guerra, consumata nel silenzio del mondo: oltre 7 milioni di persone soffrono la fame, un milione e mezzo è costretto a fuggire e ora, in migliaia, sono a rischio per un’epidemia di colera. Massacri e atrocità contro i civili sono all’ordine del giorno e il “Papa non ha mai smesso di pregare e di pensare a queste vittime inascoltate. Non può visitare il Paese per questa totale insicurezza, ma vuole essere vicino in un altro modo, in attesa di poterlo vedere con i suoi occhi". Così il cardinale Peter Turkson presentando le iniziative del Pontefice: due nel campo della salute, una nell’educazione e un’altra nel campo dell’agricoltura, ambiti nei quali, dice il porporato, "da sempre, la Chiesa esprime il proprio contributo verso gli ultimi, contribuendo a uno sviluppo veramente integrale. Il cardinale Turkson:

Il Santo Padre spera vivamente di potersi recare al più presto in visita ufficiale in questo Paese. La Chiesa non chiude alla speranza mai in un territorio tanto travagliato. Invita invece a solidarietà, a compassione e a scelte audaci e a credere che la Divina Provvidenza è capace sempre di realizzare ciò che il cuore dell’uomo non osa sperare”.

Gli ospedali di Wau e di Nzara gestiti dai comboniani, avranno il sostegno economico del Papa: "numeri ristretti di medici e assistenti e lavoro massacrante, ma fatto con amore", racconta suor Laura Gemignani che sta a Nzara:

“Abbiamo un unico medico che risponde a tutte le emergenze, fa gli interventi di taglio cesareo per salvare la vita delle donne ed è tutto il giorno in ospedale”.

"Noi vogliamo rimanere al fianco della gente e questo sostegno del Papa, che è anche il nostro papà, ci dice di andare avanti", aggiunge la religiosa:

“Verrà utilizzato da noi in parte per comprare medicine, in parte per aumentare il salario dei miei dipendenti. Spesso loro dicono: 'La nostra più bella soddisfazione è vedere che ci siete'”.

Nella formazione e nell’educazione opera invece l’Associazione Solidarity with South Soudan, unione di alcune congregazioni religiose presenti nel Paese africano al fianco della Conferenza episcopale locale. Il sostegno del Papa servirà in questo caso a borse di studio per far diplomare i ragazzi. "Vogliamo che le strutture siano autonome", dice suor Judith Pereira- Rico, direttore esecutivo dell'associazione; “vogliamo che la gente lavori i campi e si mantenga da sola”, le fa eco Michel Roy, segretario generale di Caritas Internationalis:

“C’è anche una volontà di facilitare le persone, specialmente le persone sfollate che hanno un posto dove vivono adesso, perché possano coltivare. Ci sono piante che crescono in un mese e possono essere raccolte… E così rispettiamo la dignità delle persone”.

L'aiuto del Papa di circa 200 mila euro verrà destinato in modo particolare ai programmi di 'livelihoods', con l’acquisto di sementi e di attrezzi agricoli a favore di 2500 famiglie in tre diocesi, ma il messaggio è molto più ampio, spiega Michel Roy:

“Per me, è simbolico: vuol dire che bisogna fare di più. Questo è un appello alla comunità internazionale: bisogna fare di più, bisogna salvare vite!”.

I fondi stanziati - ha spiegato infine il card. Turkson - arrivano dalla Carità del Papa, dalla Segreteria di Stato, dal Dicastero per lo Sviluppo umano integrale e dai benefattori, fermo restando, ha ribadito, che il Papa e il Vaticano, attivo in una mediazione politica per ottenere la pace, sperano ancora di poter realizzare un viaggio ufficiale in Africa.








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