2017-06-17 08:30:00

Bolzetta: “Voci dal terremoto”, un libro per non dimenticare


“Voci dal terremoto. Storie fra rinascita e macerie per non dimenticare”. E’ il titolo del libro del giornalista di Tv2000, Fabio Bolzetta, pubblicato in questi giorni dalla Poiesis Editrice. Il volume raccoglie le testimonianze della gente che nel Centro Italia ha affrontato e continua ad affrontare le conseguenze del devastante terremoto del 24 agosto scorso. I diritti dell’autore per la vendita del libro verranno interamente destinati a sostegno dei progetti di Caritas italiana in favore delle popolazioni colpite dal sisma. Alessandro Gisotti ha chiesto a Fabio Bolzetta di raccontare come è nata l’idea di scrivere questo libro:

R. – Ad ogni ritorno dalle tante trasferte nelle quattro regioni del Centro-Italia colpite dal terremoto, sentivo in me il desiderio di poter fare qualcosa anche nel piccolo. Combattuto com’ero, perché tornando da tanta devastazione trovavo invece in famiglia la gioia per l’attesa del mio secondo figlio – che abbiamo chiamato Francesco – tornavo con gli occhi pieni di storie, di volti e pensavo a come tutte queste storie potessero magari essere, in futuro, dimenticate. Oggi la cronaca della quotidianità fa sì che il pubblico sia quasi anestetizzato dall’informazione e anche dalle cattive notizie. Ecco perché trovare, incontrare persone sfollate a 102 anni, che si ritrovano all’improvviso senza una casa, oppure famiglie costrette a dormire, per la paura delle scosse, in un camion-frigoriferi che avevano per lavoro … tutto questo fa sì che nel tempo ci sia il rischio di essere dimenticati. E la volontà di questo libro è quella, appunto, di dare spazio a queste voci dal terremoto.

D. – Quali sono le cose di speranza che si possono cogliere, in un libro come questo?

R. – La parte centrale è dedicata proprio a questo: a come sia possibile rinascere anche dalla distruzione. Una cosa che ho capito durante i tanti viaggi tra Accumuli, Amatrice, Norcia, Cascia e poi tutte le zone delle Marche dove gente di montagna è stata accolta come sfollata, sul mare, ho capito come anche attraverso il buio delle macerie possa filtrare la speranza, e questo in una quotididanità anche del silenzio: pensiamo al lavoro straordinario dei volontari – tantissimi – dei Vigili del Fuoco, dello Stato, presenti; al lavoro imprescindibile della Caritas … Esempi concreti come quello di un parroco che ha aperto le porte della chiesa: era l’unico luogo antisismico sicuro – siamo a Tolentino – e dove, spostando le panche ma garantendo sempre le funzioni, ha accolto le persone che si sono trovate così, su delle brandine, donate dalle spiagge dell’Adriatico, a dormire e ad essere accolti. E addirittura il medico di base andava lì a fare visita, a più di 150 persone che lì sono state accolte davvero per tantissimo tempo. Ecco: questi sono tutti germogli di speranza.

D. – Qual è l’aspettativa rispetto al lettore?

R. – Guardando la copertina del libro, vedo Papa Francesco. Proprio durante la visita al Quirinale con il presidente Mattarella, ha voluto – parlando con i ragazzi delle zone terremotate che erano lì in quel momento – dare nuovamente forza, dicendo di "stare su", di andare avanti, per l’appunto “di non restare a terra”, come evoca un canto degli Alpini. Ebbene, tutto questo deve avvenire: la rinascita, l’andare avanti, l’andare avanti per gli altri. Secondo me questo libro, questo racconto – in molti casi proprio personale, diretto, di chi è stato salvato, di chi rappresenta un esempio di speranza – può insegnarci questo: a rialzarci, a dare la giusta priorità nella vita, proprio, alle cose, alle persone, a chi ci sta affianco, e ad andare avanti. A fare qualcosa per il benessere di tutti. Ed è quello che dev’essere fatto per la ricostruzione che è appena incominciata ma che, come sappiamo, sarà lunga.








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