2017-06-10 11:58:00

Papa: diocesi nigeriana di Ahiara riconosca vescovo nominato


Francesco ha espresso dolore e tristezza per la diocesi di Ahiara in Nigeria il cui vescovo mons. Okpaleke, regolarmente nominato, dopo anni non è stato ancora riconosciuto. Ne danno notizia l’agenzia Fides e, su internet, il presidente dei vescovi nigeriani, mons. Ignatius Kaigama. Nell’udienza in Vaticano ad una delegazione della diocesi africana, giovedì scorso, il Santo Padre ha chiesto esplicitamente ad ogni sacerdote o ecclesiastico di manifestare obbedienza, pena la sospensione a divinis. “Chi si è opposto alla presa di possesso di mons. Okpaleke – ha detto - vuole distruggere la Chiesa e  commette peccato mortale”. Il servizio di Paolo Ondarza:

La Chiesa di Ahiara è “da anni in stato di vedovanza per aver impedito al Vescovo di andarvi”. Sono le parole di Francesco, riportate su internet dai vescovi nigeriani e da Fides, pronunciate due giorni fa, ricevendo una delegazione guidata dal card. Onaiyekan, arcivescovo di Abuja e amministratore Apostolico di Ahiara, da mons. Kaigama,  presidente dei vescovi del paese africano e dallo stesso mons. Okpaleke, vescovo di Ahiara.

Chi si oppone a nomina vescovo, vuole distruggere la Chiesa
Evocando la parabola dei vignaioli assassini, il Papa ha descritto la diocesi con l’immagine della donna “senza sposo, che ha perso la sua fecondità e non può dare frutto”. “Chi si è opposto alla presa di possesso del vescovo – ha aggiunto -  vuole distruggere la Chiesa; ciò non è permesso. Il Papa non può essere indifferente”. Francesco ha lodato la pazienza mostrata dal vescovo e ha confidato di aver pensato, all’idea di sopprimere la diocesi, “ma la Chiesa è madre e non può lasciare tanti figli”. Il Papa si è detto addolorato per i sacerdoti “manipolati”, forse anche dall'estero e da fuori Diocesi: “non si tratta di un caso di tribalismo – ha precisato - ma di appropriazione della vigna del Signore.

Chi offende la Chiesa compie peccato mortale
“Chi la offende la Chiesa compie un peccato mortale”. Da qui la richiesta ad ogni ecclesiastico incardinato nella Diocesi di Ahiara, sia residente che all'estero, di domandare perdono per iscritto al Papa entro i prossimi trenta giorni, pena la sospensione a divinis e la decadenza del suo ufficio: tutti, devono scrivere singolarmente e personalmente” - ha precisato Francesco – e “manifestare totale obbedienza” al successore di Pietro. Nella missiva andrà espressa la propria disposizione ad accettare il vescovo nominato.

Chi scandalizza deve portarne le conseguenze
Francesco è consapevole di poter sembrare “molto duro”, ma – ha spiegato – il popolo è scandalizzato e “Gesù ricorda che chi scandalizza, deve portarne le conseguenze”. “Forse - conclude - qualcuno è stato manovrato senza una piena cognizione della ferita inferta alla comunione ecclesiale”. A questione risolta, il Papa ha accettato la richiesta di un incontro in Vaticano con la diocesi e il vescovo di Ahiara. 








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