2017-06-09 10:55:00

Commento di don Gianvito Sanfilippo al Vangelo della domenica


Domani, domenica 11 giugno, è la Solennità della Santissima Trinità e la liturgia propone la lettura della pagina del Vangelo di san Giovanni in cui
Gesù dicea Nicodemo: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna".

Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di Don Gianvito Sanfilippo, presbitero della diocesi di Roma:

Dio ci ha resi partecipi della sua eredità: la grazia di nostro Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre, e la comunione dello Spirito Santo. La Santissima Trinità non è avara, non resta a godersi, “in pace” e per sempre, la sua condizione beata, ma piena di zelo ci viene a cercare, è in missione tra noi, sa che viviamo una condizione tragica. Poiché, in origine, l’antico avversario ci ha derubato della fiducia, facendoci dubitare della bontà di Dio. Con essa ci ha privato del senso della vita, relegandoci in una condizione opprimente: la paura di soffrire e di morire; costretti, dal timore, a “vivere per noi stessi”, siamo circondati dalla solitudine e dall’insoddisfazione. Per questo l’Altissimo ha compassione di noi, Cristo non è venuto a condannarci, ma a liberarci con questa notizia straordinaria: la morte e la sofferenza sono state vinte da Lui, che si è immolato per pagare il nostro debito.  Ci dona, inoltre, la guarigione totale, la possibilità di tornare ad amare Dio e il prossimo, partecipando della comunione trinitaria che ci viene offerta gratuitamente. Chi non crede a questa ottima notizia non viene condannato, già soffre la condanna di  una vita senza amore e senza speranza. Approfittiamo dunque di questa benevolenza, non siamo abbandonati, al contrario, il “loro affetto” bussa, oggi, alla nostra porta.








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