2017-06-09 14:00:00

Cipro: annunciati nuovi negoziati per la riunificazione dell'isola


Si profilano nuove opportunità di dialogo tra i leader ciprioti greci e turchi per la riunificazione di Cipro, divisa dall'occupazione turca del 1974: a Sud, la Repubblica di Cipro, greco-cipriota, riconosciuta internazionalmente e membro dell'Unione Europea, e nella parte settentrionale dell'isola l'autoproclamata Repubblica Turca di Cipro Nord, riconosciuta solamente da Ankara. Ad annunciare, nei giorni scorsi, nuovi negoziati entro il mese di giugno, il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che tuttavia non ha ancora comunicato una data precisa. Si apre, dunque, un nuovo spiraglio di accordo, dopo decenni di divisioni e due anni di buoni propositi, sfociati però in un nulla di fatto. I particolari da Paola Simonetti:

Le buone intenzioni non mancherebbero ma sul piatto restano capitoli cruciali, la cui gestione da parte dei leader politici di Cipro e Turchia si rivela delicata. Le ostilità fra le autorità politiche che si dividono Cipro, nell’ambito di una difficile convivenza e una divisione critica di poteri, gettano le radici in una storia secolare, che dopo l’indipendenza dell’isola dall'Inghilterra nel 1960, ha avuto una svolta negativa con un annoso braccio di ferro con la Turchia, che operò un contro colpo di Stato a Cipro in risposta a quello dei colonnelli greci. Ora, dopo decenni di contese territoriali e aspre battaglie politiche che hanno di fatto spaccato in due l’anima dell’isola, l’Onu annuncia un nuovo tavolo negoziale entro il mese di giugno per la sua riunificazione. La data resta da stabilire, ma i leader turco-cipriota, Akinci e il greco-cipriota, Anastasiades, sarebbero pronti per la discussione di un possibile accordo. Un cammino, tutt’altro che scontato, dove a determinare le sorti di una possibile, o al contrario, mancata intesa, ci sono questioni mai risolte, in primis quella militare, come spiega l’analista del Centro Studi Internazionali, Lorenzo Marinone:

R. - Forse l’ostacolo maggiore in questo momento sembra essere quello della presenza di militari turchi sull’isola, ovviamente nella parte Nord turco-cipriota. Il presidente turco Erdogan nonostante avesse ventilato nei mesi scorsi la possibilità di scendere a compromessi sulla destinazione di questi soldati, ha ripetuto più volte nelle ultime settimane che non si sarebbero ritirati. Ovviamente questo è un problema nel momento in cui nell’ottica di un’eventuale riunificazione, viene percepita da parte greco-cipriota come se non ci fosse un attestato di volontà politica di arrivare alla riunificazione vera e propria. 

D. - A giocare un ruolo cruciale ci sono questioni territoriali e di sfruttamento di risorse...

R. - Ovviamente la riunificazione implica che si decida su questioni territoriali interne all’isola di Cipro e questo è un punto in cui sostanzialmente i negoziati vanno nella direzione di determinare qual è la percentuale di territorio che spetta all’una e all’altra comunità; la stessa cosa avviene in ambito marittimo e questa è una condizione pregiudiziale allo svolgimento stesso dei negoziati. Quando si parla di questioni marittime si sta parlando soprattutto di sfruttamento di idrocarburi, ovvero dello sfruttamento di trivellazioni che la parte greco-cipriota ha già avviato da alcuni anni. La posizione greco-cipriota tende a dire: “Noi procediamo con le trivellazioni perché in questo modo rendiamo evidente che la riunificazione dell’isola potrebbe essere un vantaggio dal punto di vista economico per tutti quanti i cittadini”; la parte turco-cipriota invece vede queste operazioni come delle operazioni unilaterali.

D. - Ad attendere una svolta è tutta la popolazione dell'isola ...

R. - Evidentemente da parte della popolazione c’è la volontà di trovare un accordo. È una situazione che va avanti da metà degli anni ’70 e sulla popolazione questo pesa in molti sensi. Pesa a livello economico, ma non solo.








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