Per molti anni la salute degli oceani e dei mari non è stata adeguatamente considerata. Abbiamo privilegiato il nostro diritto e libertà a goderne senza considerare le responsabilità, personali e nazionali verso beni tanto preziosi. Così il card. Peter Turkson, capo delegazione della Santa Sede alla Conferenza Onu in corso fino al 9 giugno a New York sulla tutela e l’utilizzo di oceani, mari e risorse marine per lo sviluppo sostenibile, in concomitanza con l’odierna Giornata mondiale degli oceani indetta dalle Nazioni Unite.
Occorre un accordo globale per la protezione degli oceani
Il presidente del Pontificio Consiglio per il servizio dello sviluppo umano integrale
rimarca come ad oggi non esista alcun accordo globale o tantomeno un ente istituzionale
che affronti nello specifico la cura e la protezione delle risorse degli oceani. Mancano
adeguati quadri giuridici e spesso le leggi esistenti non vengono attuate. Eppure,
è la considerazione del porporato, un tale accordo si fa sempre più urgente guardando
al massiccio utilizzo di tali risorse.
Valore insostituibile degli oceani
Il valore degli oceani infatti va ben oltre quello della pesca e della navigazione:
essi - evidenzia il cardinale Turkson - sono una grande fonte di energia rinnovabile
e una ricchezza a livello biologico e minerale: forniscono cibo e materie prime, offrono
insostituibili benefici all’ambiente come la purificazione dell’aria ed hanno un ruolo
significativo nella stabilità climatica, nel ciclo dei rifiuti e nel mantenimento
di habitat critici per la vita sulla terra.
Appello ad una conversione ecologica: pensare alle generazioni future
L’approccio dunque non può essere egoistico: il capo delegazione della Santa Sede
esorta a pensare alle generazioni future che riceveranno in eredità i frutti del nostro
comportamento: “in molte tradizioni religiose - osserva - l’acqua è simbolo di pulizia,
rinascita e rinnovamento”. L’invito è quindi ad una conversione ecologica come auspicato
da Papa Francesco: “la cura per la nostra casa comune è e sarà sempre un imperativo
morale”.
Impegno della Santa Sede per sviluppo sostenibile
A riguardo è fermo l’impegno della Santa Sede a favorire il raggiungimento di uno
sviluppo sostenibile nell’interesse di tutti, “perché la gravità delle questioni che
affrontano i nostri oceani coinvolge l'esistenza stessa dell'umanità”. Il card. Turkson
quindi rinnova l’invito di Francesco nell’Enciclica Laudato Si’ a modificare stili
di vita dannosi per la tutela del Creato. L’uso sconsiderato delle risorse del pianeta
infatti deve essere affrontato a tutti i livelli: dal comportamento individuale alle
politiche nazionali, fino agli accordi internazionali multilaterali.
Preoccuparsi dell’ambiente vuol dire proteggere i più vulnerabili
Deterioramento ambientale e degrado etico ed umano - spiega il porporato - sono strettamente
legati, l’ambiente non può essere considerato come separato da noi stessi o semplicemente
come lo spazio in cui viviamo. L’approccio deve dunque essere etico e non esclusivamente
fondato su una logica di profitto, ma integrare tutela del creato e lotta alla povertà
e all’esclusione sociale: solo così potrà esserci un godimento collettivo del bene
comune e una solidarietà intergenerazionale. “Preoccuparsi dell’ambiente vuol dire
proteggere i più vulnerabili”. (A cura di Paolo Ondarza)
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