2017-06-08 13:46:00

A Roma, l’Incontro mondiale sulle nuove forme di vita consacrata


Al via oggi a Roma fino al prossimo 10 giugno, il IV Incontro mondiale sulle nuove forme di vita consacrata. Organizzato dalle realtà riconosciute dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, quest’anno l’evento avrà al centro il tema della formazione. Federico Piana ne ha parlato con Maria Isabel Chacon, consigliere di presidenza dell’Istituto di Cristo Redentore, Missionari e Missionarie Identes:

R. – Questo tema è centrale perché dobbiamo vedere come queste nuove forme, queste nuove comunità si presentano davanti al mondo con una formazione umana, cristiana, spirituale, professionale… Tutto alla fine si centra sul formarsi in Cristo: è Lui il centro di ogni processo formativo. Allora, come rispondere alle nuove esigenze in questo mondo come consacrati da questo riferimento in Cristo e nel Vangelo.

D. – Se lei dovesse spiegare a chi non lo sa che cosa sono le nuove forme di vita consacrata, lei come le spiegherebbe?

R. – Le nuove forme di vita consacrata sono queste nuove comunità, molte già sono state riconosciute, sono di diritto pontificio, di diritto diocesano e molte altre stanno nascendo. Sono comunità che lo Spirito Santo ha ispirato dopo il Concilio Vaticano II e che hanno delle caratteristiche un po’ peculiari: ad esempio, hanno una struttura alla quale appartengono non soltanto uomini o donne ma sono uomini e donne celibi, sposati, chierici… rappresentano tutti gli stati ecclesiali. Hanno caratteristiche peculiari perché cercano di vivere il Vangelo in una forma più radicale e poi in concreto attraverso la missione che si è sviluppata verso il loro carisma.

D. – Lei parlava della formazione, perché è importante la formazione?

R. - Perché siamo come un’unica famiglia spirituale in cui ci sono tutti gli stati di vita e questo ci porta a una corresponsabilità come membri della Chiesa perché per portare un messaggio nella società di oggi, dove questa santità si viva nel quotidiano, dobbiamo formarci in tutti gli ambiti perché ci sia una vitalità dell’annuncio missionario e anche una presentazione del Vangelo con radicalità, con profondità, ma anche che arrivi alle persone di oggi come un messaggio possibile da vivere, come un messaggio non soltanto possibile ma attrattivo e necessario.








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