2017-06-04 08:00:00

Papa alla Veglia di Pentecoste: la pace è possibile nel nome di Gesù


“Oggi è più urgente che mai l’unità dei cristiani, uniti per opera dello Spirito Santo, nella preghiera e nell’azione per i più deboli”. Così Papa Francesco nella sua meditazione alla Veglia di preghiera di Pentecoste, ieri pomeriggio al Circo Massimo. Circa 50mila i presenti. L’occasione è il “Giubileo d’Oro” del Rinnovamento Carismatico cattolico, a 50 anni dalla sua nascita. Vi hanno preso parte carismatici provenienti da tutto il mondo e, per esplicita volontà del Papa, anche esponenti del mondo evangelico e pentecostale. Al termine della Veglia, la Preghiera di perdono per i peccati di divisione e, poi, quella per il Battesimo nello Spirito Santo. Il servizio di Debora Donnini:

Jesus is Lord, “Gesù è il Signore”: è la scritta che campeggia sul palco allestito al Circo Massimo che si è trasformato in un Cenacolo a cielo aperto. Una distesa di preghiera e gioia espressa da migliaia di persone provenienti da diverse parti del mondo. Una Veglia dal forte sapore ecumenico, preceduta da canti e toccanti testimonianze in diverse lingue, nel segno della condivisione. Dopo l’arrivo del Papa, salgono con lui sul palco esponenti di altre Chiese cristiane.

Nella sua meditazione Papa Francesco ricorda la Pentecoste. L’unità è per la missione, per proclamare che Gesù è il Signore, sottolinea il Papa, per annunciare la Buona Novella a tutti i popoli, per dimostrare che la pace è possibile, anche se non è facile dimostrarlo al mondo di oggi, ma in nome di Gesù si può fare. Abbiamo differenze, prosegue, ma desideriamo essere “una diversità riconciliata”. Quindi si sofferma sull’ecumenismo del sangue:

“Oggi abbiamo scelto di riunirci qui, in questo luogo – lo ha detto il pastore Traettino – perché qui, durante le persecuzioni vennero martirizzati dei cristiani, per il divertimento di quelli che stavano a guardare. Oggi ci sono più martiri di ieri! Oggi ci sono più martiri. Cristiani. Quelli che uccidono i cristiani, prima di ucciderli non domandano loro: ‘Ma tu sei ortodosso? Tu sei cattolico? Tu sei evangelico? Tu sei luterano? Tu sei calvinista?’. No! ‘Tu sei cristiano?’, sgozzato, subito. Oggi ci sono più martiri dei primi tempi”.

Amarci e camminare insieme sono i binari indicati da Francesco. Senza cammino, infatti, non ci metteremo mai d’accordo, sottolinea. Poi il pensiero va al Rinnovamento Carismatico Cattolico, invitando anche a leggere le opere del cardinale Suenens:

“50 anni di Rinnovamento Carismatico Cattolico. Una corrente di grazia dello Spirito! E perché corrente di grazia? Perché non ha né fondatore, né statuti, né organi di governo. Chiaramente in questa corrente sono nate molteplici espressioni che, certo, sono opere umane ispirate dallo Spirito, con vari carismi, e tutte al servizio della Chiesa. Ma alla corrente non si possono porre dighe, né si può rinchiudere lo Spirito Santo in una gabbia!”.

Lo Spirito Santo è Colui che fa la Chiesa, dice Papa Francesco: la sposa dell’Apocalisse, un’unica sposa, “una sposa ha il Signore”. Quindi ricorda l’importanza della lode. “La Chiesa conta su di voi” dice ringraziando il Rinnovamento Carismatico cattolico e lasciandogli un mandato:

“Condividere con tutti nella Chiesa il Battesimo nello Spirito Santo, lodare il Signore senza sosta, camminare insieme con i cristiani di diverse Chiese e comunità cristiane nella preghiera e nell’azione per i più bisognosi. Servire i più poveri e gli infermi, questo si attendono la Chiesa e il Papa da voi, Rinnovamento Carismatico Cattolico, ma da voi tutti: tutti, tutti che siete entrati in questa corrente di grazia! Grazie”.

Il Signore ci chiama ad attuare una conversione “da noi stessi a Dio, dalla piccola unità che è la nostra parrocchia, il nostro movimento, la nostra stessa Chiesa, alla grande unità che è quella dell’intero corpo di Cristo, anzi dell’intera umanità”, ha sottolineato prima, nella sua meditazione, padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, evidenziando che questo “è il passo ardito che Papa Francesco sta spingendo noi cattolici a fare e che i rappresentanti di altre Chiese qui convenuti mostrano di volere condividere”. In particolare nel campo ecumenico bisogna imboccare la via della carità:

“La cosa straordinaria, circa questa via ecumenica basata sull'amore, e che essa è possibile subito, è tutta aperta davanti a noi. Non possiamo ‘bruciare le tappe’ circa la dottrina, perché le differenze ci sono e vanno risolte con pazienza, nelle sedi appropriate. Possiamo però bruciare le tappe nella carità, ed essere uniti, fin d'ora”.

Dio ha desiderato di estendere alla sua creatura il suo movimento d’amore interno, la comunione, ha detto poi dal palco il pastore Giovanni Traettino della Chiesa pentecostale della Riconciliazione a Caserta e amico del Papa fin dai tempi di Buenos Aires.

La Veglia è stata preceduta dai saluti di apertura di Michelle Moran e Gilberto Barbosa, presidenti rispettivamente dell’ICCRS (International Catholic Charismatic Renewal Services) e dalla Catholic Fraternity, che hanno organizzato l’incontro. Sotto il palco, un gruppo di poveri accompagnati dall’Elemosiniere del Papa.








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