2017-06-01 14:32:00

Tweet Papa: grazie a genitori che vanno avanti anche se cadono tante volte


“Ringrazio Dio per i genitori che cercano di vivere nell’amore e vanno avanti anche se cadono tante volte lungo il cammino”, così oggi Papa Francesco in un tweet dedicato alla Giornata mondiale dei genitori, che si celebra il primo giugno di ogni anno. La ricorrenza è stata proclamata dalle Nazioni Unite nel 2012 come segno di apprezzamento per l’impegno disinteressato per i bambini profuso dai padri e dalle madri di tutto il mondo. Per un commento sulle parole del Papa e le sfide che vivono oggi i genitori, Marco Guerra ha intervistato il sociologo Pietro Boffi, membro dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia e ricercatore del Centro Internazionale Studi Famiglia:

R. – Mi hanno dato un brivido queste parole, perché iniziano dicendo: “Ringrazio Dio”. Cercare di mettere insieme – si usa dire così – il difficile compito dei genitori e di ringraziare Dio per quello che stanno facendo vuol dire avere un tratto di umanità calda nei confronti delle persone che vivono battaglie e difficoltà quotidiane nel loro ruolo molteplice, di educatore dei propri figli, di partner col proprio coniuge e spesso e volentieri di difficoltà anche di tipo sociale o economico. Quindi questo approccio di Papa Francesco mi sembra un’ennesima dimostrazione della sua vicinanza al concreto, al quotidiano delle persone a cui si rivolge.

D. – Oggi i genitori vivono tante difficoltà diverse: dalla crisi economica, alla sfida educativa dei figli. Come possono affrontare al meglio questo percorso comune?

R. – Oggi ci sono queste difficoltà che sono quelle di oggi. Non nascondo che secondo me da ci sono sempre state difficoltà tra le generazioni, tra i genitori e i figli… Penso alla contestazione, al l’68. La risposta sicuramente non corretta alle difficoltà di oggi da parte anche dei genitori è quella di dare le dimissioni, di rinunciare con troppa facilità talvolta al ruolo di dare indicazioni, di segnare una strada verso una via che è una via che sa distinguere tra le cose negative e le cose positive. Quindi direi che la prima cosa è non dare le dimissioni. La seconda è non rinchiudersi nello slogan, nella leggenda metropolitana che fare i genitori è il mestiere più difficile del mondo, perché non è un mestiere, non è un discorso di avere competenze di tipo pedagogico. Fare il genitore è l’essenza dell’umanità della persona nel senso che è quello che crea il continuum dell’umanità. Quindi non rinchiudiamo l’idea dell’essere genitori sotto una professione. Mettiamoci dentro piuttosto la nostra umanità, la nostra umanità più profonda.

D. – Come è cambiato, se è cambiato, il ruolo dei genitori in questi ultimi decenni?

R. – E’ cambiato soprattutto il contesto sociale all’interno del quale si fa i genitori. Un tempo vi era un tessuto sociale che favoriva l’aspetto dell’autorità, un certo controllo sociale e una certa spinta educativa nei confronti dei minori. Questo è venuto a mancare decisamente. Noi siamo e operiamo in un tessuto sociale che è molto più ampio, molto più ricco ma anche molto più sfilacciato e indubbiamente questo ha reso più difficile l’intervento dei genitori. Non lo ha reso impossibile. Bisogna sapersi accollare queste sfide e capire che laddove c’è meno aiuto da parte del tessuto sociale, serve maggiore impegno personale, un impegno di giocarsi personalmente di più nella relazione con i figli.

D. – Il Papa accenna alle cadute lungo il cammino. Oggi i genitori come coppia possono rialzarsi ma non sempre è possibile farlo da soli. Chi può aiutare loro?

R. – Io direi che quasi mai è possibile farlo da soli. Il discorso è che una famiglia oggi può davvero rialzarsi, una coppia di genitori, se riesce a mantenere buone relazioni con il tessuto circostante. Sto pensando, anche per quanto riguarda il nostro mondo ecclesiale e il tessuto delle nostre comunità, delle nostre parrocchie, delle nostre comunità cristiane… Quando poi vi sono crisi più conclamate, noi come Chiesa cattolica, ormai dalla metà degli anni ’70 c’è una Rete, un reticolo di consultori famigliari che hanno come primissimo compito quello della coppia, quello di rinsaldare le relazioni, con la professionalità dei consulenti. Diciamo che c’è addirittura in ambito ecclesiale, quella di “retrouvaille”: il ritrovarsi di coppie che hanno subito crisi durissime e che sono riuscite a rimettersi insieme e che ora fanno ora gli operatori, fanno loro le persone che aiutano le coppie in crisi. Hanno un tasso di riuscita elevatissimo. Perché? Perché sono testimoni credibili.








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