2017-06-01 14:46:00

Card. Stella: giovani sacerdoti nel cuore del Papa, formazione sia integrale


Subito dopo l’udienza con il Papa, Alessandro Gisotti ha intervistato il cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il Clero. Il porporato si sofferma in particolare sulla Ratio fundamentalis, il documento sulla formazione sacerdotale approvato nel dicembre scorso, e sulle parole rivolte da Francesco ai giovani sacerdoti:

R. – Il concetto di fondo di questo documento del dicembre scorso è proprio questo: la unitarietà, cioè la formazione dei preti incomincia quando sono chierichetti – per intenderci – e va avanti fino al momento in cui il Padre Eterno ci chiama all’altra riva della vita! Una formazione, che è iniziale nel tempo del seminario, e poi è permanente nel tempo della vita sacerdotale. Abbiamo voluto dire ai vescovi e ai formatori: prendete sul serio questo impegno, perché oggi davanti alla Chiesa e davanti alla società, per presentare il prete con un impegno definitivo, con un impegno che va in profondità nella sua vita, occorre che ci sia una buona selezione, una buona formazione, un giusto discernimento al momento della chiamata agli ordini e poi un accompagnamento proprio nel tempo del ministero sacerdotale. Insistiamo molto sul fatto che la formazione debba essere continua, integrale; l’accento della Ratio fundamentalis – direi – non è intellettuale o accademica, ma è umana e spirituale. Oggi occorre procedere gradualmente, occorre procedere con discernimento: questa parola molto cara al Santo Padre è un po’ la chiave che illumina tutto il processo di formazione.

D. – Nell’udienza ai membri della Congregazione, il Papa ha messo molto l’accento sui giovani e in particolare sui giovani sacerdoti …

R. – Con gratissima sorpresa nostra! Si capisce che il Papa vede, sente, ascolta le aspettative di questa gioventù presbiterale che ha bisogno di una parola di sostegno, di incoraggiamento, di comprensione, di affetto. Il Papa l’ha fatto anche oggi, veramente con grande cuore. Sembrava che li avesse davanti, leggesse loro il cuore, le aspettative … Ha detto: “Pregate, camminate, siate creativi, non abbiate timore anche delle novità”. Poi: “Abbiate un cuore che ha passione, che ha compassione, che ascolta”. Mi ha fatto proprio piacere ascoltare il Papa che ha parlato ai giovani preti. C’era forse anche un’aspettativa: il Papa parla spesso ai sacerdoti, è esigente, chiede … I giovani preti, è un po’ quella comunità presbiterale che ha bisogno di un particolare sostegno da parte del Papa e soprattutto dei loro vescovi, dei loro pastori.

D. – Sull’urgenza della formazione sacerdotale, a pochi mesi poi dalla promulgazione della Ratio fundamentalis, quali sono secondo lei gli spunti che più l’hanno toccata, che il Papa le ha dato?

R. – Io penso che se il giovane seminarista, il giovane che è candidato agli ordini, si apre, allora la formazione non è dare una dottrina: è presentare la Persona di Gesù. Importantissimo per la formazione è che il cuore del giovane veramente si apra a questa formazione. E qui è il punto più delicato: perché un giovane può restare in seminario sei anni, otto anni e vivere sempre in superficie. Il punto fondamentale è che il giovane senta che aprendo il cuore, riesca a maturare un’amicizia profonda con Gesù, riesce a crescere nella sua maturità umana, nella sua spiritualità. Se la formazione ha toccato in profondità soprattutto gli aspetti umani, non solo quelli intellettuali o accademici, se c’è stata una conversione del cuore, una conversione della sua vita a Gesù, io penso che il progetto sacerdotale non debba spaventare. Il Papa ci parla tanto di speranza: quante omelie, quante catechesi ha dedicato alla speranza! Credo che tocchi veramente il cuore per dirci: “Via allo scoraggiamento, via allo sconforto, via il pessimismo!”. Affidiamoci al Signore, alla scuola del Vangelo, a questo Gesù che in fondo ci dice: “Sono con voi”. Sono con voi … Il Papa oggi insisteva molto sulle chiamate ai giovani: nella Bibbia, quante chiamate ai giovani! Perché lì è la gioventù che ha sogni, che ha progetti, che ha speranze, che ha idee e credo che lì si inserisca proprio la chiamata sacerdotale.








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