2017-05-12 10:43:00

Il vescovo di Orense: Fatima resta un messaggio di conversione


Sul viaggio del Papa a Fatima, Fabio Colagrande ha sentito mons. José Leonardo Lemos Montanet, vescovo spagnolo di Orense:

R. – Cento anni fa, qui, in questo posto “selvatico”, è apparsa la misericordia del Signore. Era necessario che il Papa della misericordia, Papa Francesco, venisse qui in questo posto anche per la canonizzazione dei pastorelli.

D. - Che importanza ha questa canonizzazione? I primi bambini non martiri che diventano santi …

R. - Credo che nella nostra società, così secolarizzata, questi due ragazzini sono come un simbolo per i tanti ragazzi che oggi cercano modelli di vita che non rappresentano la santità. Per questo credo che sarà molto interessante presentare ai nostri ragazzi, ai nostri bambini, la santità di Giacinta e Francesco.

D. - Infine, qual è l’attualità del messaggio di Fatima?

R. - È sempre attuale perché si può ridurre ad una parola: “conversione”. Conversione e preghiera. Lei sa che la sintesi del messaggio di Gesù, nel suo primo sermone, nel Vangelo, è precisamente questa: convertitevi e diventate creature nuove. Questo è senz’altro il messaggio di Fatima. 

Ma chi sono i fedeli che visitano Fatima? Ascoltiamo Paolo Sametti, della comunità Casa di Maria, laico impegnato nell'accompagnamento dei pellegrini al Santuario di Fatima:

R. – Sono pellegrini un po’ di tutte le età, che vengono attirati dalla Madonna e dalla figura dei pastorelli.

D. – Che tipo di richieste portano alla Madonna?

R. – Tante persone a volte vengono con richieste di grazie, magari hanno delle situazioni famigliari gravi, a volte malattie… Però tante volte le persone vengono anche senza “grandi” richieste: vengono proprio perché sanno che nei santuari mariani si può vivere un momento di fortissima spiritualità e quindi sono attirati da questo e hanno proprio il desiderio di ritrovare un po’ una pace, una pace che ovviamente viene solo da qui, nei santuari, dall’incontro con la Madonna e quindi attraverso di Lei l’incontro con Dio.

D. – Abbiamo visto fino a ora tarda qui nella spianata del Santuario di Fatima persone in ginocchio sotto la pioggia, proprio accanto alla Cappellina delle Apparizioni, è una delle usanze tipiche qui di Fatima…

R. - Sì, Lucia, ancora pastorella, proprio piccola aveva fatto per prima insieme alle sue due sorelle maggiori il percorso dall’alto della Cova da Iria fino al luogo delle apparizioni in ginocchio, recitando il rosario per chiedere la guarigione della mamma che era gravemente malata. Questa pratica è entrata proprio nella tradizione del santuario.

D. – Da tanti anni frequenta questo santuario, quale idea si è fatta sul messaggio della Madonna di Fatima?

R. – E’ un messaggio importante, esigente, che è particolare perché per certi aspetti ha una portata internazionale: la Madonna ha parlato della Russia, ha parlato di una guerra che sarebbe venuta, però poi è anche personale, nel senso che chiede il rosario, chiede la conversione… Quindi la vedo una cosa a volte molto grande e però anche molto intima, per le persone, per tutti.

D. – E come credente che da tanti anni è a Fatima per pregare e aiutare gli altri a pregare, che significato ha per lei la presenza del Papa?

R. – Il Papa a Fatima è una presenza bellissima, straordinaria, perché è qualcosa che è come se fosse proprio nel messaggio di Fatima. Io ho avuto la grazia di essere qui nel 2000, quando è venuto Giovanni Paolo II, nel 2010 quando è venuto Benedetto XVI, e adesso con Papa Francesco. E’ qualcosa di straordinario perché i pastorelli stessi si sacrificavano tanto per il Papa. E’ come se venisse a casa, è come se oltre il Vaticano avesse anche questa casa, che lo accoglie, un luogo dove si prega tanto per lui. E’ un grande significato e una gioia davvero straordinaria il fatto che venga.

D. -  E il fatto che canonizzi Francesco e Giacinta?

R. – Quella poi è proprio la cosa ancora più bella! C’era tanta attesa, si sperava, quindi è bello ma è esigente anche, perché canonizza due bambini. Non è una cosa solo sentimentale perché questi bambini hanno fatto un cammino di fede straordinario, hanno cambiato la loro umanità, anche se piccoli si sono offerti nella malattia, nella sofferenza, in un modo davvero straordinario. Quindi è molto bello che li canonizzi, però quando uno diventa santo diventa un esempio e quindi è anche una cosa esigente perché in fondo penso che la Chiesa ci chiede in un certo senso anche di seguirli, di fare come loro hanno fatto.








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