2017-05-12 14:06:00

Elezioni locali in Nepal a vent'anni dall'ultima consultazione


Domenica di elezioni amministrative in Nepal, a distanza di vent’anni dall’ultima tornata elettorale locale. Si tratta di un passaggio importante nella difficile transizione del Paese, chiamato ad esprimersi in tempi diversi: il Sud infatti si pronuncerà tra due mesi. La Chiesa locale, nei giorni scorsi, ha fatto appello per un voto libero e indipendente. Ce ne parla Benedetta Capelli:

Sono due le fasi previste per le elezioni locali convocate dal governo nepalese a fine febbraio. La prima è in calendario domenica 14 maggio nella zona Nord del Paese e dopo due mesi sarà la parte Sud a recarsi al voto. Quattordici milioni gli elettori chiamati alle urne a vent’anni dall’ultima consultazione in Nepal, dopo un lungo periodo di instabilità dovuto all’insurrezione maoista conclusasi nel 2006 e l’abolizione della monarchia due anni dopo. A piegare il Paese, nel 2015, due devastanti terremoti costati la vita a oltre novemila persone, il governo da allora è stato al centro di polemiche e critiche per gli innegabili ritardi nella ricostruzione. Per alcune settimane, si è pensato che il voto fosse a rischio per la mozione di impeachment avanzata contro la presidente della Corte suprema da parte del Partito del Congresso nepalese e del Centro maoista (Cnp), ma anche per i contrasti fra i partiti del governo e quelli che sostengono le minoranze madhesi e tharu. La Chiesa cattolica nepalese ha fatto appello per un voto libero e democratico mentre quattro partiti cristiani - come riferisce Asianews - hanno deciso di formare una coalizione comune. La testimonianza di Suor Maria Luisa Caldi della comunità delle Piccole Apostole di Gesù, raggiunta telefonicamente nel distretto di Sunsari:

R. –  Le elezioni amministrative saranno solo tra un paio di mesi, quindi adesso qui il clima è ancora tranquillo, nessuno parla di elezioni... non ci sono particolari manifestazioni o meeting per far conoscere quelle che sono le aspettative dei futuri candidati. Qui da noi adesso non c’è niente. Invece a Kathmandu e a Pokhara, nella zona a nord del Paese, la zona collinare e montuosa, le elezioni amministrative saranno il 14 maggio. Noi siamo presenti in Nepal dal 2004, viviamo nel Sunsari nella parte orientale del Paese, nella zona che viene anche detta del Terai, la piana del Nepal. Viviamo in mezzo alla gente e facciamo il lavoro della gente, qui tutti sono contadini e anche noi lavoriamo come contadine nel nostro orto e nelle nostre risaie. Facciamo alcuni lavori con le donne, lavori di artigianato. Abbiamo una collaborazione con una fondazione di Cittadella, a Padova, che si occupa di seguire scuole: sono tre scuole costruite da questi nostri amici e noi ogni tanto ce ne occupiamo. Così, con una vita semplice, a contatto con la gente, cerchiamo di essere testimoni del Vangelo in mezzo a queste persone che ancora non lo conoscono perché la maggior parte dei nostri vicini di casa sono indù. Loro ci hanno insegnato tanto, ci hanno insegnato l’accoglienza, la disponibilità nei confronti di chi è diverso, ci hanno aperto le porte di casa loro, ci hanno dato un’immagine del Nepal molto accogliente, un’immagine di amicizia nei nostri confronti. Noi abbiamo cercato di essere loro amici e di trasmettere attraverso i gesti quotidiani la nostra vicinanza e in questa maniera tentiamo di far passare il messaggio del Vangelo: Dio è padre di tutti.

D. – La zona nella quale vivete è stata interessata dai cambiamenti vissuti negli ultimi anni in Nepal, cambiamenti politici…

R. – I cambiamenti si sono sentiti, le minoranze maoiste che erano presenti anche con atteggiamenti magari di prepotenza adesso non si sentono più. Queste cose le abbiamo vissute soprattutto agli inizi, tra il 2004 e il 2007, quando poi c’è stata l’approvazione della nuova Costituzione dell’assemblea costituente. All’inizio c’era un po’ di paura, adesso il clima è tranquillo.








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