2017-05-11 10:43:00

Spielmann: la musica, una grande opportunità di condivisione


E’ andato in scena all’Opéra National de Lorraine a Nancy un trionfale allestimento di “Semiramide”, opera tragica e splendida di Rossini. La Francia, pur vivendo un periodo difficile, investe nella cultura e nella partecipazione dei giovani alla vita musicale delle sue città. Il servizio di Luca Pellegrini:

(musica: Sinfonia da “Semiramide”)

La vita culturale di Nancy si concentra nella splendida Piazza Stanislas: il Museo delle Belle Arti guarda il Teatro dell’Opera di Lorena. Quest’ultimo, che nel 2019 festeggerà i suoi cento anni di vita – fu restituito alla città nel 1909 dopo un incendio che distrusse l’edificio precedente – ogni anno offre una stagione ricca di titoli. “Semiramide”, il capolavoro tragico di Rossini, ha accolto per ogni recita un pubblico numerosissimo. Un allestimento che la regista Nicola Raab ha immaginato ricordando il debito del libretto alle tragedie classiche e della musica a certe forme barocche della vocalità rossiniana, vigorosamente diretta da Domingo Hindoyan, e con un cast stellare: a fianco della preparatissima, intensa Salome Jicia nel ruolo della regina babilonese, debuttava il controtenore Franco Fagioli in quello di Arsace: una vocalità superba, fioriture impeccabili, un vero eroe rossiniano, accolto trionfalmente.

(musica: duetto Semiramide – Arsace)

Laurent Spielmann è il direttore dell’Opera: unisce a una grande competenza i tratti affabili che lo rendono amico della schiera di appasionati d’opera, amando il suo lavoro. Fiero della “Semiramide”, pronto a presentare la prossima stagione, è ben conscio di vivere e lavorare in un momento assai delicato per la Francia, sconvolta da attentati e violenze. Possono la cultura e la musica aiutare la società nell’affrontare e reagire a simili prove?

R. - In generale la sua domanda è veramente necessaria e interessante. Ho sempre pensato che la cultura possa portare l’idea della democrazia perché uno spettacolo d’opera - ci sono persone che amano l’opera, altre che non la amano - tutto questo crea dei dibattiti. Quindi c’è l’”agorà”, cioè lo spazio dove si parla di ciò che si è visto e di ciò che si è ascoltato. Questo favorisce l’idea di scambio, di una collettività: noi viviamo insieme, ma non necessariamente condividiamo le stesse idee, ma ci riconosciamo tutti come partecipi dell’amore, della passione che proviamo per l’opera. Ho sempre pensato che ciò avrebbe potuto aiutare, da questo punto di vista. Cosa si può fare affinché la gente venga all’opera? E’ questo il lavoro pedagogico che devono fare i teatri per far sì che la gente impari ad apprezzare l’opera. Quando poi le persone incontrano gli artisti, questo vale più di tutte le politiche del mondo. Questo insegna al tempo stesso a provare emozioni e a interrogarsi riguardo al mondo in cui viviamo. Prendete “Semiramide”: è l’esempio tipico di quello che da sempre accade nella società. Non è nulla di nuovo, nulla di vecchio: è universale. E interrogare le opere è essenziale; non c’è solo l’emozione, ma anche l’interrogarsi. Quando cominciamo a riflettere, possiamo condividere queste idee con gli altri e quindi elevarci un po’ nella nostra vita. È questo è quello che conta per noi. Dall’altra parte, invece, la musica non ha mai salvato nessuno e quando il mondo impazzisce, la risposta non è nella musica. Per difendersi serve altro: per difendersi dalla jihad, per difendersi da questa follia omicida degli uomini. La musica può aiutare quando c’è la pace. Quando c’è la guerra – purtroppo - non serve a molto; è doloroso dire questo, ma è la realtà. Allora, quello che possiamo fare noi, nel nostro ambito, è impegnarci per fare in modo che coloro che sono esclusi dalla musica possano scoprirla. E se facciamo questo, avremo fatto una cosa piccola ma molto importante perché anche se non porta la libertà, la musica permette alla gente di elevarsi, di dire: “Là ho ascoltato qualcosa che mi ha trasmesso un’emozione, e ho appreso qualcosa”. L’apprendimento è una cosa importante, perché è grazie ad esso che si progredisce nella propria vita, che si può condividere questa emozione con altri e quindi diventa un processo che si mette in moto. Questo è quello che noi possiamo fare.








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