Notizie come quella della scoperta lo scorso anno, nella città messicana di Torreón, della “fossa clandestina più grande del mondo”, con oltre quattromila frammenti ossei, interpellano fortemente sulla delicata situazione di violenza che sta lacerando la società in varie regioni del Messico. E’ quanto sottolinea il segretario generale della Conferenza episcopale messicana (Cem), mons. Alfonso Gerardo Miranda Guardiola, presentando con un comunicato lo studio “I desaparecidos mancano a tutti”. La violenza - scrive mons. Miranda - ha raggiunto le nostre famiglie: “Il popolo del Messico non deve abituarsi né essere indifferente rispetto a questa cruda realtà”.
Ad essere colpiti sono i più vulnerabili
Il fenomeno delle sparizioni di persone in Messico, legato ad uno scenario di violenza
dilagante, non è facilmente quantificabile. Le persone scomparse – si legge nel dossier
- sono vittime tra l’altro della tratta di esseri umani, del traffico di organi e
di droga, del sequestro di persona. Secondo la Commissione nazionale dei diritti umani,
in 20 anni si sono registrati oltre 57 mila casi. Negli ultimi 10 anni, sono state
rinvenute dalle autorità almeno 855 fosse clandestine. Si tratta di dati non definitivi
perché molte sparizioni, per paura, non vengono denunciate. Sono stati ritrovati anche
molti corpi di bambini, donne e adolescenti. I primi ad essere lacerati da ingiustizia
e violenza – sottolinea mons. Miranda - sono i più vulnerabili. Tra le vittime senza
voce ci sono migranti, donne, giovani e bambini che nessuno reclama.
I messicani vivono in un clima di timore
Nel dossier, elaborato dall’Osservatorio nazionale della Conferenza episcopale messicana,
in cui si ricorda anche il viaggio apostolico di Papa Francesco in Messico, dal 12
al 18 febbraio del 2016, si ricorda che per affrontare il dramma delle sparizioni
forzate richiede una risposta forte e coordinata. E’ questo un grave problema – osserva
mons. Miranda - che “né l’autorità, né la Chiesa, né la società civile possono ignorare”.
“I messicani vivono in un clima di timore che attenta alla dignità delle persone e
questa paura infonde ulteriore terrore e genera altra violenza”. Di fronte al dramma
delle persone scomparse non basta la buona volontà. In particolare – conclude mons.
Miranda – “vescovi, sacerdoti, religiosi e laici, essere coraggiosi e devono continuare
a cercare la costruzione della pace”. (A cura di Amedeo Lomonaco)
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