2017-05-06 12:57:00

Beati 7 Missionari del Sacro Cuore, uccisi nella guerra civile spagnola


A Girona, in Spagna, Messa di Beatificazione oggi di Antonio Arribas Hortigüela e sei Compagni Martiri, membri della Congregazione dei Missionari del Sacro Cuore, uccisi nel 1936 durante la guerra civile spagnola. A presiedere il rito, in rappresentanza del Santo Padre, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il porporato ricorda la vicenda al microfono di Giada Aquilino:

R. - Nel 1936 allo scoppio della rivoluzione anticattolica in Spagna, alcuni Missionari del Sacro Cuore di Gesù, abbandonarono, per ordine dei loro superiori, il collegio apostolico di Canet de Mar, in Catalogna, per cercare di mettersi in salvo. Alcuni ci riuscirono, altri, intercettati alla frontiera francese, furono portati a Seririá, in provincia di Girona, e giustiziati. Il gruppo di questi giovani martiri è formato da quattro sacerdoti e tre fratelli laici. Il più anziano era Padre Hortigüela, di 28 anni, il più giovane Fratel José del Amo, di vent'anni.

D. - Come commenta questo evento così tragico?

R. - Il ricordo dei martiri — ha detto recentemente Papa Francesco — «ci conferma nella consapevolezza che la Chiesa è Chiesa, se è Chiesa di martiri. E i martiri sono coloro che cercano di amare e aiutare i fratelli e di amare Dio senza riserve». La parola di Gesù è una parola di amore non di odio. L'amore genera bontà e comprensione. L'odio, invece, fa nascere divisioni e persecuzioni. La società umana non ha bisogno di odio, ma di amore. È la misteriosa forza dell'amore che fa vivere e crescere l'umanità nella pace e nella concordia.

D. - È questo il messaggio dei Martiri di Canet de Mar, oggi Beatificati?

R. - Certamente. La loro vicenda ci fa rivivere una pagina tragica della storia di Spagna, ma anche una pagina gloriosa di eroismo cristiano. Negli anni trenta i cattolici furono oggetto di una discriminazione arbitraria e intollerante. Si proibì il Crocifisso nelle scuole, si soppressero le congregazioni religiose e se ne confiscarono i beni, si distrussero edifici e chiese, si incendiarono tesori inestimabili di suppellettili sacre, eredità dell'ingegno artistico dei secoli passati. Dovunque passavano, i miliziani lasciavano cadaveri e macerie. Il male sa solo distruggere. È il bene che costruisce. Per la prima volta nella storia della Spagna sembrò prevalere la falsa ideologia che la Chiesa fosse un pericolo e non, invece, una preziosa risorsa sociale e culturale per lo sviluppo della nazione. Si programmò la sua eliminazione non solo giuridica, ma fisica, uccidendo senza pietà vescovi, sacerdoti e laici. E tutto ciò — lamentava papa Pio XI nel 1937 — veniva attuato «con un odio, una barbarie e una crudeltà, che non si sarebbero creduti possibili nel nostro secolo». A ragione si potrebbe parlare di vero e proprio olocausto cattolico in Spagna.

D. - Ci sono caratteri o episodi particolari che si possono mettere in risalto?

R. - Come già si è accennato, questi sette giovani religiosi furono assassinati a mente fredda, il 29 settembre del 1936 a Pont de Ser. Una ragazza che non li conosceva testimonia che rimase inorridita alla vista dei volti totalmente sfigurati. Non erano più riconoscibili. Erano stati crivellati da una grande quantità di pallottole in ogni parte del corpo. I miliziani obbligarono i religiosi a mettersi di spalle, ma uno di loro si rifiutò dicendo: «I codardi muoiono di spalle e noi non siamo né codardi né criminali. Voi ci ammazzate perché siamo religiosi e amiamo Dio e la patria. Viva Cristo Re"». Non finì la frase che una scarica di pallottole si abbatté su di lui e sui suoi confratelli. Lo strazio continuò con ulteriori raffiche di spari sui poveri cadaveri. Siamo di fronte al mistero tragico della faccia oscura del male. Ma siamo anche di fronte alla straordinaria forza spirituale dei giusti, nei quali risplende la luce del bene, che vince sempre il male. Il Signore ha posto nel cuore il seme del bene. Facciamolo crescere e fruttificare. Facciamo fiorire la bontà, unica arma per contrastare il male. Insomma, facciamo nostra la preghiera semplice attribuita a San Francesco: «Signore, fa di me uno strumento della Tua Pace: Dove è odio, fa ch'io porti l'Amore, Dove è offesa, ch'io porti il Perdono, Dove è discordia, ch'io porti l'Unione, Dove è dubbio, ch'io porti la Fede, Dove è errore, ch'io porti la Verità, Dove è disperazione, ch'io porti la Speranza, Dove è tristezza, ch'io porti la Gioia, Dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce».








All the contents on this site are copyrighted ©.