2017-05-05 13:47:00

Caritas: le accuse alle ong mettono a repentaglio accoglienza


Le ong accusate di collusioni con gli scafisti che trasportano migranti denunciano un processo mediatico contro di loro. Un grido lanciato durante un incontro al Senato dal titolo “La grande bugia delle navi-taxi”. Alessandro Guarasci:

I sospetti adombrati dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro e rilanciati dai Cinque Stelle continuano far discutere. Tra l’altro i pentastellati hanno parlato di navi taxi, che dunque avrebbero contatti con gli scafisti. Il presidente della commissione Diritti umani del Senato Luigi Manconi riporta le parole di Zuccaro nella sua auduzione di questa settimana alla Camera:

“'Non posso formulare accuse. Lo farò appena avrò le prove. Ora non ho le prove'. Basterebbero queste parole – come dire – così limpide, per dare un senso ben preciso a quanto è accaduto”.

Insomma, finora si è parlato su supposizioni, presunti dossier dei servizi segreti, presunte intercettazioni non utilizzabili però. La prossima settima arriverà la relazione della Commissione Difesa che ha ascoltato oltre a Zuccaro, la capitaneria di porto e le ong. Il direttore di Caritas italiana don Francesco Soddu:

“Dietro si nasconde l’intento di mettere a repentaglio, di minare quello che è l’impegno proprio delle associazioni: quello del volontariato. Vi è magari anche un intento di mettere a repentaglio tutto ciò che è il sistema di accoglienza all’interno del nostro Stato italiano, che in tutti i casi, dalle parrocchie alle famiglie, è sempre ben disposto”.

Sulla stessa linea Riccardo Gatti, della ong Proactiva Open arms:

“Probabilmente, quello che si sta mettendo in discussione è la scelta di aiutare, da parte della società civile, persone che probabilmente hanno bisogno. Perché io perlomeno sono esperto di quello che succede in mare. Ed è un dovere delle persone di mare, quando c’è qualcun altro in difficoltà, di aiutare. È un dovere anche sancito da delle leggi, ma è un dovere morale, etico. E non ho mai visto nessuno dubitare di questo. Ho visto dei pescatori libici buttarsi in acqua per salvare delle persone. Noi lavoriamo con volontari ed è incredibile quello che queste persone fanno”.

Appunto, il soccorso in mare è un dovere. Una legge che applicata fino in fondo, dice Emma Bonino:

“L’ultima cosa che dovremmo fare, veramente, è prendercela con chi in mare ci sta. E peraltro diventa un grande alibi per non occuparsi del problema vero, del problema dell’integrazione. Quello lo stiamo facendo noi con la campagna ‘Ero straniero’, che spero sia un antidoto sufficiente a quest’atmosfera di odio e di discredito che comunque si è voluto lanciare”.








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