2017-05-04 11:40:00

Francesco: riforma dei media vaticani per comunicare Vangelo a tutti


Comunicare il Vangelo a tutti con i media che il “nuovo contesto culturale digitale mette a disposizione” dei contemporanei”: è l’indicazione che Papa Francesco ha dato nel suo discorso ai partecipanti alla prima Assemblea Plenaria della Segreteria per la Comunicazione, ricevuti oggi e guidati dal prefetto mons. Dario Viganò. Francesca Sabatinelli:

Comunicare il Vangelo della misericordia a persone di diverse culture, utilizzando i nuovi media digitali. E’ questo che sta a cuore al Papa, e lui stesso lo indica ai membri della Plenaria, ricevuti a poco meno di due anni dalla creazione della Segreteria per la Comunicazione, dicastero voluto da Francesco “per un nuovo sistema comunicativo della Santa Sede”:

“Questo Dicastero, che compirà due anni il prossimo 27 giugno, due candele, si presenta in piena riforma, e non dobbiamo avere paura – questa parola eh! – riforma non è imbiancare un po’ le cose, riforma  dare un’altra forma alle cose, organizzarle in un altro modo. Si deve fare con intelligenza, con mitezza, ma anche, anche, c’è un po’ per me, permettetemi la parola, un po’ di violenza, ma buona, della buona violenza no? A riformare le cose no? E’ in piena riforma, dal momento che è una realtà nuova che sta muovendo ormai passi irreversibili. In questo caso, infatti, non si tratta di un coordinamento o di una fusione di precedenti Dicasteri, ma di costruire una vera e propria istituzione ex novo, come scrivevo nel Motu proprio istitutivo”.

Il ripensamento del sistema informativo della Santa Sede, sottolinea Francesco è nato “dall’esigenza della cosiddetta ‘convergenza digitale’ “. Se nel passato “ogni modalità comunicativa aveva i propri canali” e “ogni forma espressiva aveva un proprio medium”, oggi “queste forme di comunicazione sono trasmesse con un unico codice che sfrutta il sistema binario”:

“In questo quadro, dunque, “L’Osservatore Romano”, che dal prossimo anno entrerà a far parte del nuovo Dicastero, dovrà trovare una modalità nuova e diversa, per poter raggiungere un numero di lettori superiore a quello che riesce a realizzare in formato cartaceo. Anche la Radio Vaticana, da anni diventata un insieme di portali, va ripensata secondo modelli nuovi e adeguata alle moderne tecnologie e alle esigenze dei nostri contemporanei”.

Francesco, “a proposito del servizio radiofonico” loda “lo sforzo che il Dicastero sta compiendo nei confronti dei Paesi a poca disponibilità tecnologica”, come l’Africa, “per la razionalizzazione delle Onde Corte che non sono state mai dismesse”, sottolineando ‘mai dismesse’. Inoltre, in considerazione del fatto che a breve anche Libreria Editrice Vaticana, Tipografia Poliglotta Vaticana e Osservatore Romano entreranno a far parte del nuovo Dicastero, sollecita la disponibilità “ad armonizzarsi con il nuovo disegno produttivo e distributivo”:

“Il lavoro è grande, la sfida è grande, ma si può fare, si deve fare. La storia è, indubbiamente, un patrimonio di esperienze preziose da conservare e da usare come spinta verso il futuro. Diversamente essa si ridurrebbe a un museo, interessante e bello da visitare, ma non in grado di fornire forza e coraggio per il proseguimento del cammino. In questo orizzonte di costruzione di un nuovo sistema comunicativo, va collocato inoltre l’impegnativo sforzo di formazione e di aggiornamento del personale”.

Per arrivare al completamento della riforma, Francesco sollecita il contributo di tutti e invita a “procedere coraggiosamente”, ma sempre alla luce del criterio “apostolico, missionario, con una speciale attenzione alle situazioni di disagio, di povertà, di difficoltà”. In questo modo sarà possibile “portare il Vangelo a tutti”, “senza sostituirsi alla comunicazione delle Chiese locali e, al tempo stesso, sostenendo le comunità ecclesiali che più hanno bisogno”:

“Non lasciamoci vincere dalla tentazione dell’attaccamento a un passato glorioso; facciamo invece un grande gioco di squadra per meglio rispondere alle nuove sfide comunicative che la cultura oggi ci domanda, senza paure e senza immaginare scenari apocalittici”.








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