Da schiava dei miliziani dell'Is ad ambasciatrice delle Nazioni Unite per la dignità dei sopravvissuti alla tratta di esseri umani. Un ruolo che la vede "alleata del Papa". E per questo ha voluto fortemente incontrarlo. E’ impressionante la storia che Nadia Murad Basee Taha, ventiduenne yazida, ha raccontato a Papa Francesco, a margine dell'udienza generale in Piazza San Pietro.
Rapita nel suo villaggio di Kocho, nel nord dell'Iraq, il 3 agosto 2014, ha visto morire sei fratelli e la madre. Portata con due sorelle a Mosul, Nadia ha subito ogni sorta di soprusi fino a essere venduta più volte come schiava. Dopo tre mesi è riuscita a fuggire rocambolescamente. Da allora la giovane donna denuncia coraggiosamente le atrocità perpetrate contro la sua gente, portando avanti «la battaglia perché nessuna persona subisca simili violenze e venga trattata come una bestia».
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