2017-05-01 10:00:00

Venezuela: preghiera per la pace nella parrocchia di San Bonaventura


Sempre più drammatica la situazione in Venezuela, dove proseguono le proteste di piazza contro il presidente Maduro. Decine le vittime dall’inizio di aprile negli scontri fra manifestanti e polizia. I disordini sono nati dalla gravissima crisi economica che ha ridotto alla fame la popolazione, ma anche - denuncia l'opposizione - dal giro di vite sulla democrazia operato dal governo. Dura condanna da parte del Parlamento Europeo che ha definito “brutale” la repressione nel Paese. Intanto il governo ha annunciato la sua uscita dall’Organizzazione degli Stati Americani. Il servizio di Paola Simonetti:

Mancanza di cibo, medicinali, di ogni bene di prima necessità. La popolazione del Venezuela è allo stremo ma continua a scendere in piazza per protestare contro il presidente Maduro, ritenuto responsabile della gravissima crisi economica che strangola il Paese. Decine le vittime, dall’inizio di aprile, nell’ambito degli scontri fra manifestanti e polizia. Maduro respinge ogni richiesta di elezioni anticipate e risponde, secondo le denunce dell’opposizione, con una dura repressione, fermamente condannata dal Parlamento Europeo che la giudica “brutale”. Una posizione condivisa anche dall’Osa, l’Organizzazione degli Stati Americani, che ha convocato una riunione straordinaria per discutere della situazione del Paese. La mossa non è piaciuta all’esecutivo del Venezuela, tanto che la ministra degli Esteri Rodriguez ha annunciato il ritiro di Caracas dall’Osa. Al fianco della popolazione anche i vescovi venezuelani, per i quali “la protesta pacifica è un diritto”. A loro è giunto nei giorni scorsi l’intenso messaggio di vicinanza di Papa Francesco, soprattutto dopo gli attacchi verificatisi alle chiese del Paese, così come giunge la solidarietà della parrocchia romana di San Bonaventura, che ha tenuto una preghiera speciale per la pace in Venezuela, oltre a dar vita ad una iniziativa concreta, anche per la presenza di un sacerdote venezuelano nella propria comunità. Sentiamo il parroco, don Stefano Cascio:

“Io credo che il nostro primo dovere sia quello della preghiera e della solidarietà per quello che sta succedendo. In un certo senso ci sentiamo vicino al dolore di questo popolo. Cristo ci ha insegnato la libertà: la libertà dal male e la libertà in generale. Credo che siamo veramente toccati dal fatto che queste donne, questi uomini, questi giovani studenti non hanno più la libertà di pensare, di essere quello che sono. Noi vogliamo esprimere questa solidarietà anche con un gesto: organizzare una raccolta di medicinali attraverso la nostra Caritas, perché lì non c’è cibo, non ci sono medicine. Vedremo come poterle mandare nel Paese”.

Obiettivo, come spiega il sacerdote venezuelano don Elio Azuaje, ospite alla parrocchia romana di San Bonaventura, la costruzione di una farmacia popolare in Venezuela. Una operazione non facile: 

“La diocesi ha come iniziativa quella di aprire una farmacia popolare per aiutare le persone. Dobbiamo farlo con molta cautela, perché il governo non ammette un aiuto internazionale”. 

 








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