2017-04-29 08:00:00

Oggi è la Giornata del ricordo delle vittime di guerre chimiche


Si celebra oggi la 12.ma Giornata della memoria in onore delle vittime delle guerre chimiche. Venti anni fa, il 29 aprile del 1997 entrava in vigore la Convenzione per la proibizione di questo tipo di armi. A sorvegliare sul rispetto della Convenzione è l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac). Realizzate con composti chimici che possono provocare la morte o gravi danni alla pelle, al sistema nervoso e a quello respiratorio, le armi chimiche furono usate per la prima volta, durante la battaglia di Ypres, nel corso della Prima Guerra Mondiale. Dal 1997 a oggi molti passi avanti sono stati fatti dalla Convenzione, ratificata dalla quasi totalità degli Stati. Intanto, il direttore generale dell'Opac, Ahmet Uzumcu, ha annunciato che un team di esperti è pronto ad andare a Khan Sheikhoun, in Siria, per verificare se sia stato usato gas sarin o altre sostanze tossiche nell’attacco che lo scorso 4 aprile ha provocato la morte di 87 persone. La condizione richiesta da Uzumcu è che venga garantita la sicurezza dei tecnici. Sull’importanza di questo giorno per la memoria delle vittime di guerre chimiche, Elvira Ragosta ha intervistato Maurizio Simoncelli, vicepresidente dell’Istituto di ricerche internazionali “Archivio Disarmo”:

R. - E’ importantissimo perché purtroppo a partire dal 1914 queste armi hanno seminato morte e disastri per tutto il XX secolo e anche nel XXI secolo. L’aspetto importante però di questa drammatica storia è che bene o male l’uso nel corso di un secolo si è progressivamente ridotto.

D.  - Il 29 aprile del 1997 è entrata in vigore la Convenzione per la proibizione sulle armi chimiche. Quali i passi avanti fatti in questi anni?

R. - Tantissimi. Possiamo dire che ormai la quasi totalità dei Paesi del mondo hanno aderito. Praticamente il 98 per cento della popolazione del mondo rientra all’interno di questa Convenzione e anche le industrie che lavorano nel settore sono all’interno di questo grande organismo che controlla il settore. Ricordiamo che le armi chimiche vengono chiamate “l’atomica dei poveri” perché è facile trasformare dei prodotti chimici che possiamo usare industrialmente o nelle nostre case o altro in prodotti più letali. Però questo impegno della comunità internazionale ha dato notevoli frutti e progressivamente tutti i Paesi hanno aderito e praticamente non sono state quasi più usate. Abbiamo presente purtroppo, anche nella storia anche recente, alcuni episodi in cui queste armi sono state usate ma oggettivamente dobbiamo dire che praticamente non vengono più usate, né hanno mai poi risolto positivamente a favore di chi le usava le sorti del conflitto. Pertanto sono armi pericolose da maneggiare, da usare. A volte si sono rivelate anche dannose per chi aveva in mente di usarle. L’ultimo episodio che ricordiamo di uso di armi chimiche è legato alla Siria e la Siria - stando a quello che viene affermato dall’organizzazione sulle armi chimiche - ha praticamente consegnato tutto quanto il suo materiale chimico che aveva. E i recenti episodi, su cui non ancora non è stata fatta luce da un’apposita commissione internazionale, ci dicono che qualche stock di queste armi è ancora in giro.

D. – C’è poi la necessità che l’accesso alle armi chimiche sia precluso anche agli attori non statali. Quanto è difficile raggiungere questo obiettivo?

R. - Evidentemente i cosiddetti “attori non statali”, cioè i gruppi terroristici e quant’altro, si muovono secondo logiche che sono diverse da quelle delle forze armate regolari e dai rispettivi governi. Certamente questi gruppi possono venire in possesso di questi prodotti. Dei buoni chimici possono utilizzare materiali di uso comune e quindi realizzare prodotti chimici che possono essere mortali. Il pericolo c’è ma è un pericolo comunque limitato. Per utilizzare massicciamente queste armi chimiche servirebbero ovviamente aerei, sistemi d’arma molto complessi, quindi possiamo eventualmente ipotizzare un uso di tipo attentato singolo ma, certamente, non possono essere armi che possono creare fenomeni come quelli che abbiamo conosciuto tristemente durante la Prima Guerra Mondiale.

 








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