2017-04-29 15:31:00

Chiusura del Sinodo diocesano di Santiago di Compostela


“La verità nella Chiesa e nel mondo possa rinnovare il pensiero, le abitudini e la forza morale della nostra diocesi”. Questo l’augurio espresso da mons. Julián Barrio Barrio, arcivescovo di Santiago di Compostela, alla Messa di chiusura del Sinodo diocesano. Convocato dallo stesso mons. Barrios quattro anni fa, i lavori hanno portato all’approvazione di cinque documenti che, da oggi, costituiranno una nuova normativa per l’arcidiocesi. ”Il Signore - ha invocato il presule nell’omelia - riaccenda la carità nei nostri cuori con il suo Spirito per rinforzare la dottrina e le proposte sinodali”.

Non rimanere ingabbiati da preconcetti e nostalgie
In una cattedrale gremita di fedeli, l’arcivescovo Barrios ha firmato formalmente gli atti diocesani ratificati durante le sessioni conclusive  tra ottobre del 2016 e lo scorso gennaio. I documenti sono: Rinnovamento pastorale; Trasmissione della fede e iniziazione cristiana; la Chiesa come comunione; La celebrazione della fede: fonte e culmine della vita cristiana; e Chiesa e società. Il presule ha ringraziato i partecipanti al Sinodo e ha esortato tutti, anche i fedeli, a non professare una fede “astratta e disincarnata”. “Non possiamo rimanere intrappolati nella gabbia dei nostri pre-concetti e nostalgie”, ha detto mons. Barrios invitando a trasformare il documento sinodale in un evento provvidenziale. E aggiunto: “Questo è quello che la Chiesa ci chiede per far sì che Cristo risorto sia il protagonista della storia”.

Una Chiesa meno clericale, più discepola e aperta al mondo
Nel  comunicato finale, l’Assemblea del Sinodo diocesano ha ribadito l’importanza delle proposte formulate dalle parrocchie e le comunità di base per il rinnovamento della Chiesa di Compostela che - afferma - deve essere meno clericale, più corresponsabile e partecipativa, ma anche meno autoreferenziale e aperta al mondo e alla sua missione. Una Chiesa quindi, “meno preoccupata del proprio prestigio e più volta a lodare il Signore che esce nell’incontro con i più bisognosi”, che prima di essere maestra sappia essere discepola, che prima di offrire risposte sappia ascoltare le domande del mondo e seguire la Parola e l’esempio di Gesù.

Una pastorale attenta ai cambiamenti demografici e culturali
I cinque documenti approvati dal Sinodo diocesano sono orientati a attuare una pastorale adeguata ai mutamenti demografici e ad incoraggiare una maggiore coscienza sociale in diversi ambiti - culturale, educativo, politico, economico, comunicativo - con una particolare attenzione alle persone socialmente ed economicamente più deboli. Tra le indicazioni emerse dal Sinodo, quella di migliorare il modo di vivere e trasmettere la fede; di rivedere le pratiche liturgiche perché rispecchino una fede più viva e impegnata; di promuovere il senso di corresponsabilità, sia a livello pastorale che amministrativo e economico. “Dipenderà da tutti - si legge nel documento finale - sacerdoti, religiosi e laici, che fare in modo che questo lavoro non rimanga solo un sogno”. (A cura di Alina Tufani)








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