2017-04-29 17:30:00

A Verona la Beatificazione di Leopoldina Naudet, esempio di carità


La Chiesa ha da oggi una nuova Beata. Si tratta di Leopoldina Naudet, vissuta tra il 1700 e il 1800, fondatrice delle Sorelle della Sacra Famiglia: in rappresentanza del Papa, la cerimonia di Beatificazione è stata presieduta nel pomeriggio a Verona, presso la Basilica di Sant'Anastasia, dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il servizio di Giada Aquilino:

Una vita contraddistinta dal desiderio di preghiera e dalla presenza di Dio, concretizzati nella carità e nell’accoglienza. Leopoldina Naudet nacque a Firenze nel 1773: i genitori erano addetti alla Corte del Granduca di Toscana, Leopoldo I, che fu padrino di battesimo della piccola. Perduta la madre a cinque anni, fu affidata alle cure di un convento di suore a Firenze e, in seguito, completò la sua educazione in Francia. Fin da piccola manifestò la sua profonda fede, come spiega il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi:

“Leopoldina viveva nel mondo con lo stesso raccoglimento che teneva nell'adorazione di Gesù eucaristico. Giunse addirittura a fare il voto di perfezione, promettendo a Dio di fare tutto nel modo più perfetto e più a lui più gradito”.

Allo scoppio della rivoluzione francese, fu chiamata a Firenze per fare da istitutrice ai piccoli arciduchi, trasferendosi poi con lo stesso incarico a Vienna quando il Granduca Leopoldo divenne imperatore. Mai Leopoldina si lasciò abbagliare dagli sfarzi di corte, ma - come diceva lei stessa - era sostenuta “dall’intimo sentimento” che le faceva sentire di essere “già di Dio”, fino a fondare nel 1809 le Sorelle della Sacra Famiglia, delle quali fu superiora generale:

“Le riusciva spontaneo comunicare la sua fede agli altri, che, considerandola maestra e modello di fede, cercavano di imitarla. Ovviamente la fede si manifestava in una carità a tutto campo. Istituì, ad esempio, scuole gratuite per le fanciulle povere; offrì loro una educazione adeguata nei convitti di S. Teresa e S. Domenico; ordinò che fossero aperte le case per ospitare le persone che volessero raccogliersi in esercizi spirituali. Verso le sue figlie spirituali e le sue collaboratrici la carità e la pazienza erano indicibili”.

Per il nome e il carisma delle consorelle pensò alla Famiglia di Nazareth, perché Maria e Giuseppe sono i “più vicini” a Gesù che di Leopoldina fu l’“unica devozione”:

“A tutti - ma soprattutto alle Sorelle della Sacra Famiglia sparse nel mondo - la nuova Beata rivolge l'esortazione a tenere il nostro sguardo di fede e di speranza sempre fisso in Dio, per non smarrirsi nel frastuono del mondo. Tutto è vanità, l'erba inaridisce, i fiori cadono. Solo la parola di Dio - dice San Pietro - rimane in eterno”.

Dopo un periodo di forti febbri, morì nel 1834. Lo scorso 21 dicembre Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante il miracolo attribuito all’intercessione di Leopoldina, cioè la guarigione - avvenuta quasi 40 anni fa - di un neonato da una meningite.








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