2017-04-28 11:05:00

Papa in Egitto. Padre Quicke: è un forte invito al dialogo per la pace


Tra gli obiettivi della visita del Papa in Egitto, come lui stesso ha spiegato, c’è anche il rafforzamento del dialogo interreligioso con il mondo islamico e del dialogo ecumenico “con la venerata e amata Chiesa Copto Ortodossa". Il nostro inviato Stefano Leszczynski ne ha parlato con padre Gabriel Quicke, del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani:

R. – Questa visita può rafforzare il legame tra il Paese e la Santa Sede, ma quando consideriamo all’interno di questa visita i differenti elementi, vediamo che questa visita avrà senza dubbio una dimensione ecumenica molto importante. Quando Papa Tawadros è venuto a Roma qualche mese dopo l’elezione di Papa Francesco, l’incontro tenutosi nel Palazzo apostolico è stato seguito da un momento di preghiera ecumenica nella cappella Redemptoris Mater. In quest’occasione, i due Papi hanno promesso di pregare l’uno per l’altro ogni giorno. E questa è una cosa che significa molto, perché vuol dire che c’è un legame spirituale molto profondo tra i due Papi. Questa visita avrà anche un significato interreligioso; perché, alla luce dei terribili eventi terroristici, l’incontro tra la comunità musulmana e il Papa può dare un segnale molto importante a tutto il mondo, e anche al mondo musulmano, che la violenza non può mai essere utilizzata nel nome di Dio, nel nome della religione.

D. – Lei ha fatto cenno al fatto che i due Papi preghino uno per l’altro in ogni giorno. Ma, oltre a questo forte segnale di stima e di affetto reciproco, c’è anche la famosa espressione: “ecumenismo del sangue”, un’espressione che ha emozionato molto i copti ortodossi…

R. – Sì, veramente. Mi ricordo molto bene quando ha avuto luogo l’incontro nel grande salone tra Papa Tawadros, Papa Francesco, e la delegazione. E mi ricordo che per la prima volta Papa Francesco utilizzò l’espressione “ecumenismo del sangue” … E il Patriarca Tawadros fu veramente toccato da quest’espressione. Questa relazione e questo legame molto profondo di vicinanza spirituale e sociale anche, perché "la vostra sofferenza è la nostra sofferenza; la vostra gioia è la nostra gioia".

D. – Che significato assume in questo contesto la presenza in Egitto del Patriarca ecumenico Bartolomeo?

R. – Il fatto che anche lui sarà presente può significare molto, perché la sua presenza può dare anche un segnale importantissimo a tutto l’Egitto, e a tutto il Medio Oriente, che c’è veramente una solidarietà nel mondo cristiano, e che questo mondo cristiano vuole fare qualcosa per migliorare la situazione di terrorismo e di violenza, e dare anche un segno al mondo musulmano che è pronto per collaborare con esso. E dunque è un rafforzamento non solo tra i cristiani – che è già qualcosa di meraviglioso – ma è qualcosa che può rafforzare anche i legami tra la chiesa copta e la chiesa greco-ortodossa.

D. – È un modo di dire ma “abbiamo tutti un nemico comune, che è il terrorismo…”

R. – Sì, e il cuore della religione non è la violenza, ma la pace e l’armonia.








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