2017-04-25 12:04:00

Egitto. Il Patriarca copto cattotico Sidrak: grazie al Papa, uomo di pace


"Il Papa è un amico e l'amico vero si vede nel momento del bisogno". Così si è espresso il patriarca della Chiesa copta cattolica d’Egitto, Ibrahim Isaac Sidrak, intervistato sull’attesa della visita di Papa Francesco al Cairo tra il 28 e 29 aprile. Stefano Leszczynski lo ha intervistato:

R. - Con gioia e con ansia aspettiamo la visita del Papa, però senz’altro non possiamo nascondere quello che è successo nella Domenica delle Palme, che ha messo un po’ di paura, di ansia per la visita …. Però rimane ancora la fede che il Pastore – il Gran Pastore, Successore di Pietro – viene a benedire l’Egitto e la Chiesa cattolica in Egitto e tutte le Chiese, senz’altro. E quindi la visita ha tante sfaccettature: la visita per l’Egitto, visita che manda un messaggio al mondo intero, che l’Egitto merita di essere sostenuto e per questo ringraziamo molto il Santo Padre, di aver insistito per venire nonostante gli attacchi. E quindi, questo conferma ancora che il Santo Padre è un uomo di pace e un amico del popolo egiziano, perché l’amico vero si riconosce nei momenti difficili. E questo sicuramente è un momento difficile. E ancora, per il dialogo per il sostegno della pace: nonostante tutti questi attacchi terroristici nel mondo intero, c’è gente di pace che lavora ed è rappresentata anche nel Santo Padre e in tutti coloro che saranno riuniti intorno a lui.

D. – Proprio in merito a questo tema della pace, quanto pensa che la Conferenza internazionale che si svolgerà al Cairo e che vedrà molti leader religiosi – musulmani e cristiani – prendere parte, potrà dare come contributo alla pace in Egitto?

R. – Io non posso prevedere le cose, ma posso augurare che questo sia veramente sempre il punto di partenza di tanti altri lavori concreti: non solo i congressi che fanno la pace, perché il congresso è un punto di partenza. Tutti coloro che hanno pensato a fare questo rivolgono un appello al mondo intero, alle persone che amano la pace, per una collaborazione, un aiuto, un sostegno. Spero che questo sia il punto di partenza per tante altre cose concrete.

D. – I cristiani del Cairo, dopo gli attentati, hanno reagito con coraggio ma anche con spirito cristiano, dichiarando di cercare sempre la convivenza. Questo equilibrio è un equilibrio molto forte, che – secondo lei – resiste al terrorismo nel Paese?

R. – Da parte dei cristiani dell’Egitto e degli egiziani in genere, non è la prima volta. Però, sono soprattutto i cristiani che coprono tutto quello che accade con la visione della fede. E soprattutto in questo tempo pasquale – e anche prima della Settimana Santa – hanno reagito come reagiscono sempre: la morte non è la fine, anche se c’è stata una strage. Reagiscono positivamente senza però negare la furia che hanno dentro per la perdita della serenità interiore. Questo è un messaggio a tutti i cristiani che stanno facendo un cammino per recuperare il Paese sotto tutti i punti di vista, e soprattutto il suo futuro, il suo progresso. Ci sono però tante persone che non vogliono questo progresso per l’Egitto, ma gli egiziani – e in primo luogo i cristiani – dicono no al terrorismo, sì al bene, alla pace e al progresso dell’Egitto.








All the contents on this site are copyrighted ©.